GAIA PAPI
Cronaca

Cuore nuovo ed eroe da film. L’epopea di un bimbo salvato

Il malore a Camaldoli, il medico del San Donato capisce: scatta il trapianto. La storia di Giordano, 5 anni, protagonista al cinema. Il padre era monaco

Il primario di Pediatria del San Donato Marco Martini: ha salvato il piccolo Giordano

Il primario di Pediatria del San Donato Marco Martini: ha salvato il piccolo Giordano

Arezzo, 10 settembre  2025 –  Briciole al cielo: un gesto piccolo, che racchiude un miracolo. È quello che Giordano, cinque anni, fece poco dopo il ritorno a casa dal trapianto di cuore: sbriciolò del pane sul balcone, guardando verso il cielo. “Lo do al mio angioletto”, disse. Non sapeva che il cuore che batteva nel suo petto era il dono di un altro bambino.

È da quell’immagine intima che nasce il nuovo film del regista Gian Francesco Tiramani. Racconta la rinascita di Giordano e diventa un inno alla speranza, alla vita, alla forza della generosità umana. Non ci sono attori: Giordano, suo fratello, i genitori, i medici e gli infermieri sono i protagonisti. La telecamera segue gli occhi del bambino, catturando ogni emozione, ogni gesto carico di fragilità e meraviglia. La storia della famiglia è drammatica e Camaldoli ha un ruolo speciale. È qui che trascorre ogni vacanza estiva, in un luogo di ricordi e spiritualità: “Mio marito Arrigo ci ha vissuto vent’anni come monaco”, racconta Annalisa Margarino. Ogni estate, anche ora, ci fermiamo lì. È lì che rielaboriamo sempre la storia di Giordano. Prima, però, passiamo da Arezzo, vediamo il San Donato, il nostro piccolo monumento: se non ci fosse stato quel personale medico, mio figlio non ci sarebbe”. Anche l’estate di due anni fa, la famiglia era a Camaldoli, Giordano si sente male. “Sembrava solo una gastroenterite, ma i sintomi peggioravano rapidamente. Da lì la decisione di portarlo al San Donato. Oggi possiamo dire: per fortuna” racconta la mamma. “Arrivammo all’ospedale verso le 14, Giordano fu immediatamente visitato. All’inizio lo trattarono come disidratazione, ma la sua condizione peggiorava. Fu allora che chiamarono il dottor Martini”. Appena arrivato, capì subito che il problema era al cuore: “Dobbiamo trasferirlo al Meyer”, disse. Annalisa ricorda ogni dettaglio: le vene secche, il prelievo, l’eco che confermava l’urgenza. “La prontezza di Martini e del personale del San Donato fu incredibile. Ci hanno salvato tempo prezioso, allertando subito il Meyer, coordinando ambulanze ed elicotteri”. Da Arezzo, Giordano fu trasferito a Firenze, poi Massa, infine Torino, dove a febbraio 2023 ricevette il cuore nuovo. “Durante il viaggio in elicottero, lo guardavo sudato, dormiente, e pregavo. Mi aggrappavo ai ricordi di mia nonna e di mio zio medico: erano con noi”. La mamma ricorda le notti in terapia intensiva, il sonno inquieto del bimbo, la forza che doveva trovare in sé per non crollare. “Ogni momento era una lotta tra paura e speranza. Mi aggrappavo alla competenza dei medici e alla fede, sapendo che mio figlio aveva una possibilità di vita”. Oggi Giordano sta bene. Frequenta la scuola, vive con qualche precauzione, ma con una energia sorprendente. “Ogni volta che i miei figli parlano della vita, dico loro che è un dono”, continua Annalisa. “Il cuore di un altro bambino che non c’è più batte nel mio piccolo: è vertigine pura, un miracolo quotidiano”. Questa esperienza straordinaria diventa film: “Briciole al cielo”. “I bambini vivono le riprese come un gioco, ma sanno che dietro c’è una storia di vita e gratitudine. È il nostro modo di dire grazie a chi ha donato, a chi ha reso possibile tutto questo”.