Siena, 31 luglio 2025 – Nove compleanni in una nuova vita: Tommaso Scarabelli sta per avvicinarsi alle due cifre e festeggia con torta e spumante alle Scotte i nove giri della terra che ha compiuto con il suo nuovo polmone, trapiantato proprio dai professionisti dell’ospedale senese.
La storia di Scarabelli è quella di un uomo che ha sviluppato una grave insufficienza respiratoria all’età di 47 anni, a causa di una rara fibrosi polmonare da esposizione ambientale e curato poi da un trapianto. Per il nono compleanno dal giorno dell’operazione, di fatto l’inizio di una nuova Scarabelli ha offerto una torta e lo spumante ai medici dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese.
“Io vengo qua sempre volentieri, malgrado il fatto che ci abbia vissuto per cinque mesi. Qualcuno si stupisce, ma io torno volentieri alle Scotte perché secondo me anche le esperienze più negative nella vita hanno degli aspetti positivi, fanno crescere, ti rendono più forte”, ha spiegato Scarabelli.
“A me hanno fatto scoprire una forza dentro di cui non avevo nemmeno contezza – osserva ancora Scarabelli –. Rivedere i medici per me è sempre un gesto di gratitudine, vorrei trasmettere loro tutta la volontà che metto nel portare il più avanti possibile questo grande dono che ho ricevuto”.
Scarabelli è stato curato a lungo dai professionisti dell’Aou senese, prima nel percorso multidisciplinare per il trapianto di polmone e, quindi, dalla Uoc Malattie dell’apparato respiratorio, diretta da Elena Bargagli, poi dalla Uoc Chirurgia toracica e trapianto di polmone, diretta da Piero Paladini, dal programma trapianto di polmone, il cui responsabile è Luca Luzzi e, infine, per quanto la parte della riabilitazione fisica, dall’équipe della Uoc Professioni sanitarie riabilitative, la cui responsabile è Sabrina Taddei e, in particolare, dalla dottoressa Laura Vannuzzi.
“La sensazione è quella di aver guadagnato nove anni di vita. C’è da dire anche che io, oltre aver fatto il trapianto, un’esperienza di per sé particolare, ho vissuto un trapianto molto impegnativo – ha raccontato Scarabelli durante la sua visita al policlinico di Santa Maria alle Scotte –. In attesa dell’organo, ho avuto infatti quindici minuti di arresto cardiaco e sono stato rianimato. Dopo il trapianto pesavo 36 chili e non muovevo più nessuna parte del corpo. Oggi invece posso dire di aver vissuto nove anni di vita guadagnati, che dedico a me stesso e a tutte le persone che si sono prodigate per far sì che questo avvenisse, non ultimo i parenti di chi ha donato l’organo”.
La storia di Tommaso Scarabelli racconta la tenace determinazione con cui ha superato una fase critica della vita, grazie al lavoro di squadra con i medici e alla sinergia con tutti i professionisti che l’hanno seguito a cui si è affidato, rimanendo sempre molto attento alle terapie e alla riabilitazione fisica.
Resta non solo un ’nuovo’ polmone, ma anche un forte legame di stima e amicizia che unisce Scarabelli a tutti i medici, gli infermieri, gli operatori della struttura sanitaria e tutte le persone che hanno contribuito alla buona riuscita di un’operazione tanto delicata.
E.R.