
Allagamento nel sottopasso di via Fratelli Lebole
La tempesta (quasi) perfetta, mette a nudo le fragilità del territorio. Due bombe d’acqua in quindici giorni hanno messo a dura prova il sistema idrico nel suo complesso. Ma già si pensa a soluzioni, ne abbiamo parlato con l’assessore Sacchetti.
Assessore, quali provvedimenti intende prendere sul tunnel del Baldaccio?
"A settembre ci sarà un incontro sul Baldaccio, voglio mettere intorno a un tavolo tutti: progettisti, dirigenti comunali, impresa, direttore dei lavori e Nuove Acque. L’obiettivo è chiarire quali eventi mandano in crisi il sottopasso e se ci sono state sottovalutazioni. Non è detto che ci siano errori, ma se qualcuno ha sbagliato dovrà assumersene la responsabilità. In ogni caso il Baldaccio non può restare così: a settembre dovremo definire le prime azioni concrete".
Che tipo di interventi immagina per il sottopasso?
"Prima di tutto ridurre il sedime: la scarpata verrà protetta in modo che non trascini tonnellate di terra e ghiaia a ogni temporale. Poi intercettare le acque che arrivano dall’ex scalo merci, che oggi si sommano a quelle già pesanti del bacino di Pescaiola. Infine, dotare l’infrastruttura di sistemi di sicurezza più rapidi: lampeggianti e semafori che chiudano automaticamente in caso di allagamento, evitando rischi per automobilisti e pedoni".
A proposito di via Romana: gli interventi saranno risolutivi? "Sono in corso, manca ancora il secondo lotto. I lavori a monte hanno già ridotto i danni rispetto al passato: nel 2019 c’erano metri d’acqua nei magazzini, domenica scorsa "solo" qualche decina di centimetri. Ma non possiamo cantare vittoria: restano criticità legate anche ai fossi ferroviari, che vanno manutenuti".
Ha detto più volte che il problema è più ampio e riguarda il sistema fognario aretino. Cosa fare?
"Sì, è un sistema fragile, nato in gran parte oltre un secolo fa, con criteri di progettazione che non reggono più di fronte agli eventi meteo di oggi. Non è solo un problema di Arezzo: città come Perugia hanno vissuto disagi analoghi. Ma qui, con l’aumento delle superfici impermeabili, le criticità si moltiplicano. L’intero sistema è fragile. È stato progettato decenni fa su base statistica, considerando piogge con tempo di ritorno ventennale. Ma oggi gli eventi sono molto più violenti. Servirebbe un piano Marshall per rifare la rete, ma realisticamente si procederà per priorità: via Romana, Pescaiola, Dante, Giotto. Entro fine mandato voglio almeno portare un progetto di fattibilità su Pescaiola e Baldaccio".
Quali priorità si è dato?
"L’obiettivo è consegnare almeno un progetto di fattibilità: chi verrà dopo di me potrà decidere se realizzarlo, ma la strada deve essere tracciata".
In questo quadro che ruolo hanno i cittadini?
"Fondamentale. Capisco la rabbia, io stesso sono stato aggredito da un residente durante i sopralluoghi. Ma serve collaborazione: segnalazioni puntuali alla Municipale, rispetto delle allerte, attenzione a non rischiare la vita entrando con l’auto in un sottopasso allagato".
Ma la chiusura dei sottopassi ha mandato in tilt la viabilità.
"È qui che entra in gioco il futuro. Non possiamo limitarci a reagire ogni volta, servono sistemi di allerta intelligenti. Io dico: va bene chiudere, ma con discernimento. Se ci sono 80 centimetri d’acqua è giusto transennare; se ce ne sono venti, bastano cinque minuti di intervento e il sottopasso può tornare agibile. Per questo stiamo progettando l’installazione di lampeggianti in tutti i sottopassi ancora sprovvisti: un investimento che eviterà sia rischi che blocchi ingiustificati".