REDAZIONE AREZZO

Arbitro picchiato… e rapinato. Trovati due orologi a casa del padre-aggressore

Sui aggrava la posizione dell’uomo che lo scorso 8 giugno aggredì il direttore di gara di una partita delle giovanili. Gli oggetti sono di proprietà del 19enne

Carabinieri e 118 allo stadio di Arezzo, dove c'è stata l'aggressione a un arbitro poi portato in ospedale

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Arezzo, 15 giugno 2025 – Si aggrava la posizione del 45enne che lo scorso 8 giugno, al termine di una gara delle giovanili andata in scena ad Arezzo, rinchiuse negli spogliatoi e picchiò selvaggiamente l’arbitro 19enne. La partita, che vedeva in campo due squadre di Under 12, metteva di fronte l’Arezzo e la Vis Pesaro: a scatenare l’aggressione fu il padre di uno dei giocatori marchigiani per motivi legati all’assegnazione di un calcio di rigore.

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L'uomo, già indagato per lesioni aggravate e sequestro di persona, potrebbe dover rispondere anche di rapina. Nel corso di una perquisizione nella casa del 45enne, che risulta residente proprio a Pesaro, disposta dalla pm Elisabetta Iannelli, i carabinieri hanno rinvenuto due orologi appartenenti al giovane direttore di gara, probabilmente sottratti mentre era tramortito dalle botte.

Un arbitro estrae il cartellino rosso
Un arbitro estrae il cartellino rosso

Trovate, come riporta il Corriere di Arezzo, anche le chiavi dello spogliatoio, dove l'aggressione è avvenuta a porte chiuse. L'episodio era scattato dopo un rigore assegnato nella finale del torneo "Mirco Poggini". Il 19enne, che ha riportato fratture a due costole, contusioni e ferite da morsi, con una prognosi di 40 giorni, mercoledì prossimo affronterà l'esame di maturità. 

L’episodio venne duramente criticato anche dal presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, Antonio Zappi: “Stiamo lavorando per ottenere una modifica del codice penale. Siamo già a oltre 200 episodi di violenza contro arbitri da inizio stagione. Serve il riconoscimento di pubblico ufficiale, così da consentire l’arresto immediato in caso di aggressione”, disse pochi giorni dopo l’aggressione ai danni del 19enne direttore di gara. “C’è un problema culturale, forse anche generazionale. Sta crescendo l’intolleranza verso le regole. Ma c’è anche un vuoto giuridico. Nessuna decisione tecnica può giustificare una violenza. Mai”