ANDREA LORENTINI
Cronaca

Arbitro picchiato, la rabbia del Coni: "Occorre una punizione severa"

Il delegato provinciale Alberto Melis sottolinea "lo smarrimento dovuto alla reazione di quel padre" "Va rimessa al centro la cultura sportiva con priorità sulla parte agonistica. Prima viene l’educazione" .

Il delegato. del Coni aretino Alberto Melis è intervenuto sull’aggressione all’arbitro

Il delegato. del Coni aretino Alberto Melis è intervenuto sull’aggressione all’arbitro

di Andrea Lorentini

"La vile e sconsiderata aggressione al giovane arbitro da parte di un genitore è estremamente rappresentativa di un contesto sociale degradato. Al di là di quella che sarà la punizione della giustizia ordinaria, che auspicio possa essere la più severa possibile, resta lo smarrimento per aver dovuto costatare ancora una volta come ci siano adulti che sono completamente incuranti della negatività del modello da loro rappresentato".

Il delegato provinciale Coni Alberto Melis non usa giri di parole per quanto accaduto domenica scorsa nel corso del memorial "Poggini" allo stadio Comunale. "Si è trattato di uno sfregio ad una festa perchè a quell’età per i ragazzi il calcio deve essere divertimento. Nella dicitura stessa della federazione si parla di gioco in riferimento al calcio. E una decisione di un arbitro non può scatenare una reazione che è totalmente ingiustificata e assurda".

Delegato Melis, cosa possono fare le istituzioni sportive per prevenire il fenomeno della violenza nello sport?

"Va rimessa al centro la cultura sportiva con priorità sulla parte agonistica. Prima viene l’educazione e poi il risultato sportivo. Lo sport è una delle tre agenzie formative più importanti del nostro paese insieme a famiglia e scuola. Se anche una sola viene meno alla sua missione, le altre debbono ancora di più sopperire a questo vuoto educativo. Chi fa sport deve rifiutare la violenza, rispettare le regole, gli arbitri, gli avversari. Essere un tecnico o un allenatore deve significare essere in primis un educatore per trasferire ai ragazzi un modello positivo".

Gli adulti stanno fallendo nel loro ruolo?

"E’ in atto una crisi di valori generalizzata. Mai come adesso coloro che hanno a cuore e sono sensibili ai veri valori dello sport non possono permettersi di abdicare ai propri doveri di educatori e siccome c’è una generazione di adulti che non è più recuperabile, dobbiamo impegnarci a fornire modelli di valore alle generazioni più giovani".

In concreto il Coni cosa sta facendo?

"A livello regionale c’è il progetto della ‘Partita applaudita’ che è rivolto direttamente ai genitori. A livello provinciale sosteniamo quelle associazioni che promuovono progetti di educazioni civico sportiva. E’ necessario un percorso educativo permanente e non saltuario. In questo senso anche la politica deve fare la sua parte".

Ha sentito il presidente della sezione Aia Sarri? "Già la domenica sera per esprimergli tutta la mia solidarietà e vicinanza. L’ho trovato affranto sia per le conseguenze fisiche subite dall’arbitro, ma anche perchè è un dirigente che tiene particolarmente a certi valori e li promuove anche nella sua azione. La buona notizia è che si tratta di un ragazzo forte che continuerà ad arbitrare. La passione e l’amore per lo sport, per fortuna, sono superiori alla violenza".