LUCA AMODIO
Cronaca

La follia di un genitore: calci, pugni e colpi con una sedia all’arbitro di 18 anni. Il ragazzo: “Tornerò in campo”

È finita così la finale Under 13 del Memorial Mirko Poggini allo stadio Comunale di Arezzo. Quaranta giorni di prognosi per il giovane arbitro. L’aggressore denunciato per lesioni aggravate

L’aggressione è avvenuta al termine della finale Under 13 del Memorial Mirko Poggini allo stadio Comunale di Arezzo (foto di repertorio Ansa)

L’aggressione è avvenuta al termine della finale Under 13 del Memorial Mirko Poggini allo stadio Comunale di Arezzo (foto di repertorio Ansa)

Arezzo, 9 giugno 2025 – Quaranta giorni di prognosi, lesioni su tutto il corpo e una sedia usata come arma. È finita così la finale Under 13 del Memorial Mirko Poggini allo stadio Comunale di Arezzo, non per quanto accaduto in campo — dove i baby calciatori si erano affrontati correttamente — ma per la furia di un genitore. Un uomo di 46 anni, residente a Pesaro, ha aggredito un giovane arbitro di 18 anni, chiudendosi negli spogliatoi con lui per pestarlo a calci, pugni, con un morso alla spalla e colpi inferti con una sedia.

Secondo la prima ricostruzione dei carabinieri, l’uomo avrebbe agito per ritorsione contro una decisione arbitrale — forse un rigore concesso all’Arezzo Calcio — che non aveva comunque sollevato proteste tra i ragazzi in campo. Il blitz è stato premeditato: l’aggressore ha atteso il rientro dell’arbitro negli spogliatoi e ha bloccato la porta prima di scatenarsi. A identificarlo sono stati i carabinieri della stazione di Arezzo, che lo hanno denunciato per lesioni aggravate. Al momento l’uomo è a piede libero, ma è già in corso la procedura per l’emissione di un Daspo.

Il giovane arbitro, medicato al pronto soccorso, nonostante le gravi ferite ha fatto sapere al presidente dell’Associazione Italiana Arbitri che tornerà in campo. «Auspichiamo che con il prossimo veicolo legislativo gli arbitri vengano considerati incaricati di pubblico servizio alla pari di altre categorie, in modo che per i responsabili di certe condotte violente possa scattare nella flagranza l’arresto», è stato il commento dell’AIA.

L’aggressione ha gettato un’ombra su un torneo nato per ricordare un dirigente sportivo scomparso prematuramente. Una manifestazione che avrebbe dovuto insegnare ai ragazzi i valori dello sport e del rispetto, e che invece finirà ricordata per la pagina più vergognosa scritta non dai piccoli calciatori, ma da un adulto incapace di controllare la propria rabbia.

Sulla vicenda è intervenuto il presidente del Comitato Regionale Toscano Lnd Paolo Mangini, a nome anche del consiglio direttivo, dei delegati provinciali e delle componenti del movimento, esprimendo “la più ferma condanna dei fatti avvenuti ieri allo Stadio Città di Arezzo e la più forte vicinanza al giovane arbitro vittima di una selvaggia aggressione. Ciò che è accaduto al direttore di gara al termine di una gara di un torneo Under 13, colpito violentemente da un genitore di un calciatore della Vis Pesaro che aveva assisto alla partita dalla tribuna, è assolutamente inaccettabile, un gesto vile che nulla ha a che vedere con i valori dello sport, del rispetto e dell’educazione che il nostro sport vorrebbe e dovrebbe trasmettere”.

"Il nostro comitato – prosegue la nota – ha intrapreso da tanti anni, insieme al Settore Giovanile e Scolastico Regionale ed in collaborazione con C.R.A. Toscana, un percorso mirato a prevenire gli episodi di violenza sui campi da gioco non solamente con la repressione dei provvedimenti della giustizia sportiva, ma anche con un percorso di dialogo e formazione che intende mettere al centro del nostro mondo un sano agonismo che isoli la violenza. Un percorso che deve continuare con ancor maggiore forza e che non può essere certo inficiato da un episodio del genere”.