"Troppi disabili in sala, cena rovinata". Il disprezzo di un cliente al ristorante

Choc al bagno Miramare. Secca la direzione: "Vada pure altrove"

Iacopo Melio

Iacopo Melio

Pisa, 31 luglio 2016 - "Troppi disabili" e la vacanza o la cena sono rovinate. Sì, non accade solo sul sito di viaggi Tripadvisor (commento subito rimosso, come prevede il protocollo) con una recensione di un anonimo signore che boccia il suo soggorno nel villaggio turistico Lido d’Abruzzo a Roseto degli Abruzzi, per la presenza di persone in carrozzina. "Nella vita bisogna essere leali", scrive alla direzione che lo avrebbe dovuto avvisare, dato che per i figli non "è un bello spettacolo". Un post rimbalzato da giorni che ha scatenato reazioni in tutta Italia e la risposta di Iacopo Melio, fondatore della onlus #vorreiprendereiltreno, episodio da cui è nato un altro gruppo, #ioinvacanzacivado.

Succede anche qui da noi. Con un episodio raccontato su Facebook dal fratello di uno dei ragazzi disabili presenti mercoledì sera. 27 luglio, il centro diurno L’Orizzonte di via Derna a Pisa festeggia per il secondo anno la fine delle attività estive al bagno Miramare di Tirrenia dove, per tutto il mese di luglio, gli operatori hanno portato gli ospiti in spiaggia. Una ventina di persone con le loro famiglie si godono la cena. Ma ci sono anche altri clienti. Un uomo – racconta il ragazzo che ha portato a conoscenza il fatto su Facebook (c’era la madre non lui, ndr) – "si lamenta con la direzione per la presenza di 25 disabili (tra cui anche mio fratello) chiedendo almeno di essere preventivamente informato, in modo da poter disdire la prenotazione".

La serata prosegue e nessuno dei genitori e dei figli si accorge della lamentela, ad eccezione della mamma del giovane che ha poi riferito l’accaduto sul social. Anche perché la direzione dello stabilimento balneare e i gestori del ristorante concordano. Senza coinvolgere i loro clienti invitano l’uomo (che non è un habitué del locale, ci tengono a dirlo) ad andare altrove. "Esemplare la risposta della direzione – scrive ancora il giovane online – la quale, con cordialità livornese, invitava l’uomo ad andare a mangiare da un’altra parte dicendo che loro non erano in alcun modo tenuti a informare nessuno. Personalmente auguro a questo anonimo “cliente” di vivere una vita serena senza avere mai nessun tipo di incidente... perché purtroppo nella vita non si sa mai cosa può succedere".

E pubblica la foto col fratello. Un post che ha ottenuto decine di commenti, centinaia di condivisioni. "Tutto quello che penso è troppo pesante per poterlo pubblicare", scrive mamma Betty, madre di Chiara, disabile, "anche se questa parola mi sta proprio sul caz...".

"Abbiamo passato giorni sereni al Miramare con i nostri ospiti – racconta un’operatrice del centro – Il personale ha avuto attenzioni stupende. Un raro esempio di integrazione. Il lunedì e il mercoledì, quando rimanevamo a pranzo, il cuoco ci chiedeva di che cosa avessimo bisogno (alcuni hanno esigenze speciali) e in base a questo impostava il menù. Anche in questa occasione hanno mostrato signorilità nel non farci notare niente, facendoci terminare la serata in allegria. Un grazie di cuore". Il messaggio per l’anonimo lamentatore è chiaro: I ragazzi diversamente abili a cena al Miramare ci torneranno, lui no.