"Mi sono ribellata al mio aguzzino". Confessione choc della musicista Sara Grimaldi

La musicista e vocalist di Zucchero racconta la sua storia. Oggi sarà a Viareggio per l’evento de "La Nazione"

La musicista Sara Grimaldi

La musicista Sara Grimaldi

Viareggio, 25 novembre 2022 - A fianco del suo amico e grande mentore Zucchero nei concerti in Italia e nei tour mondiali. Sugar la scoprì in Versilia quando cantava in un locale della costa e proprio gli impegni con il nostro formidabile bluesman l’hanno salvata. Sara Grimaldi è sfuggita al suo carnefice grazie alla musica e agli impegni che la portarono lontana da chi le aveva fatto del male e l’aveva mandata all’ospedale. La cantante e vocalist ha accettato volentieri l’invito de La Nazione di essere una delle testimonial nella campagna contro la violenza sulle donne, nel giorno in cui questo impegno viene ribadito a livello internazionale.

Sara, lei ci mette la faccia in questa opera di sensibilizzazione nei confronti dell’opinione pubblica anche perché certe situazioni le ha vissute sulla sua pelle...

"Impegnarsi in questo senso è un dovere per ogni donna e per ogni uomo. Il dilagare della violenza fa paura, sono bollettini giornalieri sconvolgenti che debbono far riflettere tutti e far raddoppiare un impegno da parte dei soggetti in campo".

Una sensibilità dettata anche dal fatto che Sara Grimaldi un calvario lo ha vissuto sulla propria pelle e quindi non parla solo per sentito dire.

"Successe tutto circa quindici anni fa, i miei tanti impegni nei concerti, una vita professionale molto intensa e anche gratificante. E anche una relazione con un uomo che all’inizio ti pare quello giusto ma dopo sei mesi subisce una trasformazione totale. Inattesa. Cominciano le minacce per futili motivi, in primis la gelosia. Poi le duecento telefonate al giorno e quindi le botte. Tante. Non scorderò mai che una collega prima di un concerto, quando ci cambiavano, vide il mio corpo pieno di lividi. Mi abbracciò e cominciò a piangere anche se non avevo detto niente".

Poi arriva una svolta.

"La goccia che ha fatto traboccare il vaso. Lui seppe che ero impegnata in alcune prove con una band. Mi ha aspettato fuori dal luogo dove lavoravo, ha cercato di investirmi, mi ha caricato in auto e voleva gettarmi fuori dalla vettura in corsa. Io sono riuscita a mettermi in salvo. Nei giorni successivi avevo le date di un tour con Adelmo e sono partita. Lui, il mio aguzzino, si è spaventato e non ci siamo più visti. Io al rientro avrei denunciato tutto. Le ferite però sono rimaste".

Ma era una persona insospettabile?

"Diciamo che il suo cambiamento è stato sconcertante. Non faceva parte del mondo dello spettacolo e non era neanche uno di quei personaggi che non vedresti mai in quei panni. Diciamo apparentemente una persona normale che, come avviene in molti casi, aveva una doppia personalità".

Quale lezione ha tratto da questa vicenda?

"Che i tipi di violenza sono diversi. L’uomo culturalmente più elevato punta a una violenza psicologica più che fisica come invece è successo a me. Il denominatore comune è che l’uomo violento entra in azione quando si accorge che la donna è sola e molto più vulnerabile. Il nodo sta proprio lì. Le donne debbono evitare la solitudine, avere sempre qualcuno con cui confrontarsi e sfogarsi. Che può essere un familiare, un amico, un’associazione. Io pur conoscendo tante persone mi sono trovata sola e ho reagito singolarmente ma il sostegno è necessario, dentro e fuori di te".

Sara Grimaldi è uscita dall’incubo anche perché ha avuto una reazione personale e fisica forte....

"Quando il tuo carnefice vede che ti ribelli anche in modo deciso lui arretra e desiste da quella escalation che ha studiato in modo preciso. Capisco che sia una questione di coraggio e di forza psicologica che non tutte le donne hanno. Ma è necessario farsi vedere così e dare una risposta che non sia remissiva". Ma tutto questo può non bastare?

"Alla vicinanza di persone che ti vogliono bene e delle associazioni va abbinata una certezza e una consistenza delle pene contro i violenti che devono essere adeguate. A tutte le donne dico di fare il possibile per non isolarsi in queste drammatiche battaglie e avere la forza di parlare. Poi il mondo che ci circonda non deve voltare le spalle a chi chiede disperatamente un aiuto".