Francesca Navari
Cronaca

Versilia, l’equivoco di villa Prigožin. "Ora viviamo nell’incubo. Ci hanno ghettizzato"

La famiglia proprietaria nega ogni contatto col leader del gruppo Wagner. "Non ne possiamo più di appostamenti al cancello e minacce sui social"

Forte dei Marmi, 23 luglio 2023 – Troupe tv, video amatoriali al cancello, foto al citofono, perfino appostamenti per sbirciare tra le siepi e droni in volo. Villa Arina a Vittoria Apuana – da quando è trapelata la notizia che fosse di proprietà del figlio di Prigozhin, il mercenario russo leader del Gruppo Wagner – è presa d’assedio, con conseguente stato di persistente ansia da parte della famiglia che l’ha comprata nel 2017.

"Non c’entriamo assolutamente niente con quella storia", premettono i diretti interessati, finiti in un infernale equivoco mediatico: in sostanza l’ex banchiere ed oggi imprenditore della ristorazione Sergei Inkin ha avuto una figlia dal precedente matrimonio, Ekaterina, che lui non ha più visto da quando era bimba di appena 3 anni.

Nel 2019 Ekaterina si è sposata con Pavel Prigožin, figlio di Evgenij Prigožin, che aveva conosciuto a scuola. Ma mai hanno avuto contatti con questa famiglia, tantomeno sono venuti a Forte dei Marmi visto tra padre e figlia non è mai corso buon sangue

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"Siamo ghettizzati e molti amici si sono allontanati – racconta Arina, seconda moglie dell’imprenditore Inkin, affiancata dall’avvocato Elena Beconi – la villa è nostra e non siamo prestanome di nessuno, neppure ci interessa esporci sul conflitto in atto visto che mia figlia di 15 anni ha tanti amici ucraini qui al Forte. Abbiamo scoperto di questo grande equivoco proprio quando lei, tornando a casa, ci ha detto che un coetaneo le aveva mostrato un video di un giornalista russo su Youtube dove si denunciavano legami tra noi e Prigožin. Il 7 luglio la faccenda è esplosa e ho trovato telecamere, fotografi e microfoni al cancello, ho parlato senza problemi pensando di chiudere lì la questione. Invece la nostra casa è diventata meta ossessiva di curiosi e la situazione è intollerabile, tanto che abbiamo chiesto l’aiuto dei carabinieri".

La quotidianità diventa sempre più difficile: dalla casalinga pizzicata fuori a "fare una foto ricordo da portare al figlio" a messaggi ben più pesanti ("tiriamoci una bomba su quella casa") divulgati su facebook.

"Noi viviamo al Forte da tanti anni – prosegue la signora Arina – frequentiamo il centro e il bagno La Fenice. Adoriamo vivere in questo paese ma non possiamo più stare con questa ansia che ci fa temere per noi e per nostra figlia e ci impedisce di stare in giardino o in piscina. Ci sono sempre occhi addosso. Siamo al di fuori da ogni opinione politica e non tolleriamo che l’immagine della nostra famiglia venga screditata in questo modo".