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Venti giorni fa il rogo devastante, ora il Fiaschetto risorge

Vecciani trasferisce il suo ristorante all’ex Bufalina: "Pronto a cominciare da zero, perché so di poter contare sul sostegno di tante persone".

Appena venti giorni. Tanto è passato da quando un incendio ha divorato il ristorante "Il Fiaschetto", al confine della frazione con Vecchiano. Da quella foto scattata al tramonto, rosso come il fuoco che si è alzato dalla cappa delle cucina, che immortala Stefano Vecciani, il proprietario, seduto sull’erba con le spalle appoggiate contro il tronco di un albero. Con il volto sporco di fuliggine e lo sguardo perso, come i tutti i sacrifici di una vita. Sono passati venti giorni da quel maledetto venerdì di fine giugno, vissuti però come se fossero quaranta. Senza chiudere occhio, senza mare, senza respiro, pur di rialzarsi. E adesso Vecciani con il suo Fiaschetto è pronto a vivere il secondo tempo: da domani riaprirà poco distante, in quello che fu l’ex ristorante Bufalina.

"Non potevo permettermi di perdere la stagione, di mettere a rischio il mio lavoro e quello dei miei dipendenti. Che contano su questo ristorante, proprio come me. Così ho cercato una soluzione" racconta Vecciani.

Una soluzione che gli potesse consentire di riaprire il ristorante in tempi brevi. Anzi domani. E che non tradisse la tradizione e l’identità rustica del Fiaschetto. "Ed è stato naturale, oltre che immediato, pensare alla vecchia Bufalina, chiusa ormai da tempo: ha un grande giardino come piace ai miei clienti. La cucina già attrezzata, con lo spazio per fare la brace..." Così ha deciso di ripartire da lì, a due passi da ’casa’, e di farlo senza perdere tempo.

Venti giorni sono passati in un vento, e pure questo tempo sembra una vita tanto è stato intenso. "In questi venti giorni tante persone, amici più o meno stretti, si sono fatte avanti per darmi una mano. Chi con la tinta e il pennello, chi per curare il giardino, chi ad allestire la cucina, chi per sistemare la sala. Anche la solidarietà dei clienti è stata meravigliosa. C’è chi è passato, si è seduto in in giardino a chiacchierare mentre noi lavoravamo. Adesso possiamo aprire. E sì, sono contento". Stefano Vecciani, lo stesso che venti giorni fa sedeva stremato con le spalle poggiate contro il tronco di un albero e lo sguardo perso, lo ribadisce:. "Sono contento perché non vedo l’ora di poter tornare a fare il mio lavoro, perché sono grato a chi mi ha aiutato. Perché voglio pensare che andrà tutto bene, nonostante tutto".

Martina Del Chicca