
Sergio Marrai con Jasmine Paolini a Roma per gli internazionali appena vinti
Da ragazzo sognava ad occhi aperti. “Anche se – esordisce – non venivo da una famiglia ricca: la cultura del lavoro e della passione per quello che fai me l’hanno trasmessa i miei genitori”. Un bel po’ di tempo dopo quel ragazzino, una parte dei sogni li ha trasformati in realtà. E’ alla guida di un circolo, il Tennis Italia all’avanguardia, ha nel suo entourage solide amicizie come Andrea Bocelli, Jannik Sinner, Jasmine Paolini e decine e decine di altre prime firme in tutti i campi non solo sportivi. Ma lui non se la tira: serenamente e sommessamente, il suo stile è rimasto lo stesso: sobrio Non è vero, Sergio Marrai? "Io continuo a sognare e a rimanere ancorato alla terra. Il lavoro è la mia passione, cercando di alzare ogni giorno l’asticella: cercare sempre di fare di più e meglio".
C’è chi sostiene che saresti l’ideale assessore al turismo e allo sport per Viareggio, la Versilia e dintorni se ci fosse un Comune unico "Mah, questi sono solo discorsi da bar. E’ vero, ho un ventaglio di contatti importanti, se alzo il telefono e chiamo, una risposta ce l’ho sempre. Ma sono convinto che il problema sarebbe arrivare al Comune unico. La vedo dura, anzi molto dura anche perché….". Perché? "Faccio un esempio. Viareggio è in festa perché da tre anni arriva il Giro d’Italia. Mi chiedo: i Comuni della zona, compresi quelli più vicini della provincia di Massa e Carrara, non hanno mai pensato a fare una proposta pluriennale al Giro, ospitando a turno un arrivo o una partenza di tappa, oppure le famose cronometro che hanno fatto epoca? Una risposta ce l’ho…". Quale? "Si continua a ragionare con l’io e non con il noi. E in questo discorso c’entra anche la politica".
Eppure da giovane l’ha fatta "Avevo poco più di 20 anni. Una breve esperienza in consiglio comunale a Forte dei Marmi, come indipendente nella liste della Dc. Ma ho capito subito che non era il mio mondo". In che senso? "I tempi della politica non sono gli stessi di un privato: c’è troppa diversità. Se ho un’idea, la voglio portare avanti, nel rispetto delle regole, alla svelta: la politica spesso si impantana… No, non fa per me".
Si può dire che Sergio Marrai sia “l’uomo del fare”? "Mah, non mi riesce stare con le mani in mano. Ho cominciato a lavorare dai garzone di bottega a consegnare le spese. Però mi piaceva il tennis, prima raccattapalle sui campi del Forte, poi sempre avanti, nel senso che ho voluto diventare maestro: partecipai ad un corso a Roma, l’iscrizione la pagai con i soldi guadagnati d’estate".
La svolta della sua vita? "Ha un nome e cognome, Sergio Bernardini. Sì, il genio che ha inventato la Bussola e che ha fatto divertire gli italiani. Si fidò di me, con pochissime garanzie, affidandomi la gestione del Tennis Focette, al quale non riusciva stare più dietro. Mi disse:sei un ragazzo che ha voglia di lavorare. Vai avanti, non ti voltare indietro". Ha seguito il consiglio di Bernardini? "Si, ne valeva la pena".
L’amicizia con Bocelli? "La conoscenza è nata grazie ad un amico imprenditore Arsede Spinesi, che conosceva il babbo di Andrea: il ragazzo all’epoca, parlo dei primi anni ’90 non era ancora esploso. Quando dopo il 1995, comprò una casa al Forte, una sera Andrea ebbe un guasto all’impianto elettrico: rimase al buio. Mi chiamò chiedendomi se conoscevo un elettricista a cui rivolgersi. ‘Ci penso io’. Parlai con un mio amico e andammo a casa di Bocelli. Tutto risolto in pochi minuti. Non finì di ringraziarmi…".
Chi è Bocelli nel privato? "Un fuoriclasse non solo come cantante ma soprattutto come Uomo".
Giovanni Lorenzini