REDAZIONE VIAREGGIO

Chiude 'Underground', trent’anni di commercio rock n’roll

Massimo Ghiarducci: «Un tempo il mercato era pieno di vita, ora c’e’ il deserto»

Massimo Ghilarducci, titolare dell’Underground

Viareggio, 29 settembre 2019 - E’ passato attraverso il grunge, il metal, il ritorno del punk, il brit-pop, l’emo e tutte le controculture giovanili. Diventando un luogo cult, con i suoi articoli iconici. E’ passato attraverso decenni con le t-shirt e felpe con impressi grandi del rock, i cult movie, i cartoon e i supereroi. E con la bigiotteria stile metallari e figli dei fiori, e l’oggettistica ricca di immagini e colori. E l’Underground di via Battisti, dai primi anni ‘90 il negozio per giovani (e non) amanti della scena alternativa, della musica e delle tendenze metropolitane.  

Dopo quasi trent’anni, il proprietario Massimo Ghiarducci ha detto basta, ed entro la fine ottobre chiuderà definitivamente i battenti. Tutti gli articoli sono in svendita al 50% del prezzo. «Ho ancora voglia di fare e qualcosa farò, anche se sono in pensione – racconta – ma con il negozio chiudo. Il centro di Viareggio non ha futuro, le amministrazioni che si sono susseguite dagli anni 2000 in poi hanno affossato il commercio storico, il cuore della città. Cosa si dovrebbe fare? Difficile dirlo, ormai c’è poco da fare. E’ andato tutto bene fino al 2008, poi è iniziata la crisi e un declino inarrestabile. Un tempo era un viavai di gente a tutte le ore, tutti i giorni. Ora è un deserto. Lo vede che sono le 18 e non passa nessuno...».  

Tutto iniziò con il banco di confezioni aperto dal padre Toribio nel 1955, dove Massimo fin da bambino andava a dare una mano l’estate. Erano altri tempi. Poi negli anni ‘70 iniziò l’avventura in proprio con un con un banco di oggettistica: gli stranieri affollavano il Piazzone in cerca di accessori di onice e gli affari andavano a gonfie vele. Massimo era il presidente di Fiva Confcommercio. Nel ‘90 nacque l’Underground, proprio mentre sbocciava nel mondo l’alternative rock, figlio proprio della cultura e musica underground. Che accese l’ispirazione di Ghilarducci. La “bottega” divenne immediatamente il posto degli alternativi e degli appassionati di musica e cinema. «Nonostante siano passati decenni – prosegue – le magliette che vanno di più, anche tra i giovani, sono quelle di Nirvana, Sex Pistols, Metallica e Iron Maiden. Ma anche Mercury e Jim Morisson non tramontano mai, come gli Stones. I ragazzi mi chiedono perfino gli Who. Film? Pulp fiction e Arancia Meccanica». Ma la passione di tante persone per il mito, per i simboli di libertà e rottura non basta più. «Ormai non arriviamo ad incassare il 15% di quanto fatturavamo nei primi anni 2000 – conclude Ghilarducci – e con gli introiti non copriamo neppure le spese». Un calo di oltre l’80%. Della serie: non ci resta che chiudere. D.P.