Coi loro rintocchi scandiscono il tempo dei fedeli; ma da tempo, ormai, nonostante le obiezioni della Cei, i campanili delle chiese trasmettono anche segnali di rete. Là in cima, infatti, guardano con sempre più interesse le aziende delle telecomunicazioni per potenziare i loro servizi e le nostre connessioni. E così è accaduto anche a Viareggio, con le società Inwit, Fibercop e Vodafone Italia che, lo scorso 6 febbraio, hanno protocollato in Comune istanza per la realizzazione di una nuova infrastruttura per la telefonia mobile sul campanile della chiesa di San Paolino. Ma la Soprintendenza di Lucca ha detto no.
E le ragioni del diniego si apprendono dalla determina del Comune che dà parere negativo alla richiesta, sulla base degli esiti della conferenza dei servizi convocata come da prassi per la valutazione dell’impatto elettromagnetico (a cui Arpat aveva dato esito positivo) e paesaggistico. Con la nota del 3 marzo la Soprintendenza ha inviato al Municipio un preavviso di diniego alla richiesta autorizzativa, nel quale spiega che "la realizzazione dell’intervento – si legge nel parere delle Belle Arti – si pone in contrasto con le esigenze di tutela: l’antiteticità figurativa e concettuale di apparati per la telefonia mobile (peraltro inevitabilmente invasivi per quantità e qualità) rispetto ai valori espressi da un edificio di culto svilirebbe, infatti, quest’ultimo per via del portato fenomenico straniante di funzioni che possono facilmente trovare collocazione in luoghi ben diversamente pregni di significanti e significati culturali. L’immagine contestuale di antenne/parabole e campane, vien voglia di chiosare, ingenera un contrasto talmente stridente da poter intendersi come emblematica di un essere-nel-mondo divenuto distratto per atrofia del Metafisico al punto di divenire incapace di avvalersi del senso profondo delle cose e della gerarchia che le correla generando valori".
Rispetto al parere della Sovrintendenza, le società interessate alla realizzazione dell’antenna sul campanile hanno replicato attraverso osservazioni di parte, che non hanno però trovato accoglimento. Il 2 maggio, infatti, la Soprintendenza ha ribadito il suo diniego.
Dunque la conclusione negativa della conferenza dei servizi è stata comunicata alle società, che, a questo punto, potranno solo appellarsi al Tar della Toscana.
Martina Del Chicca