
Aveva 52 anni, ed era una colonna del rifugio di via Olmi a Forte dei Marmi
Il movimento animalista della Versilia ha perso una colonna, una volontaria che ha dedicato la sua vita a chi non ha voce. A causa di una malattia, subdola e repentina, è scomparsa all’ospedale Versilia, dov’era ricoverata da Ferragosto, Katuschia Baccili. "Una donna straordinaria" la ricordano le amiche, "Che ha messo sempre gli altri, e gli animali, davanti a se stessa".
Non c’erano vacanze, non c’erano giorni liberi, non c’erano “No, oggi non posso“. Quando il telefono squillava Katuschia scattava, Che fosse per recuperare una cucciolata abbandonata, un randagio in pericolo, per aiutare chiunque a ritrovare un gatto o un cane smarrito. Per portare cibo e medicinali a chi non poteva permetterseli, per accarezzare quel cucciolo che non lasciava a nessuno la possibilità di avvicinarsi.
Aveva 51 anni Katuschia, la spalle larghe di chi della vita ha sopportato il peso di dolori profondi ma il cuore allegro di chi non si è mai fatto scalfire dalle difficoltà. E così "dovunque arrivasse – raccontano ancora le amiche, con cui condivideva lunghe passeggiata insieme ai cani tra i viali della Pineta – portava il buon umore. Lo faceva con una battuta fulminante, quel sorriso contagioso, e i suoi racconti avventurosi. E quando la salutavi, dopo aver trascorso del tempo con lei, tornavi a casa un po’ più felice".
Oltre all’impegno come volontaria, attualmente presso il rifugio di via Olmi a Forte dei Marmi, la passione per la cucina ha portato Katuschia a lavorare nel mondo della ristorazione. Madre di un figlio, "che ha cresciuto con amore", da tempo viveva col compagno Rodolfo. "Un bellissimo incontro di anime il loro, che – proseguono le amiche – ha portato grande serenità nella vita di Katuschia". Descritta come un uragano, una forza della natura. Capace di coinvolgere chiunque aveva intorno con il suo entusiasmo. Anche nelle ricerche di animali smarriti, nella raccolte di cibo per quelli abbandonati, per promuovere raccolte fondi e sostenere le sterilizzazioni per contrastare il randagismo. "Ma soprattutto – concludono le amiche – aveva la capacità di entrare in empatia con gli animali, anche con quelli più diffidenti". Come quel pastore maremmano arrivato al rifugio tempo fa, che solo Katuschia riusciva ad avvicinare. E a portare con sé nelle infinite passeggiate.
Per l’ultimo saluto – oggi, alle 16.30, nella chiesa di San Paolina – sarà aperta una raccolta fondi in memoria di Katuschia. Per sostenere gli animali, di cui si è presa cura fino all’ultimo.
mdc