
Il consigliere regionale uscente della Lega, Massimiliano Baldini, ha deciso di non ricandidarsi alle prossime lezioni per la «vannaccizzazione» del Carroccio
In protesta contro la "vannaccizzazione della Lega", Massimiliano Baldini annuncia che non si ricandiderà per un secondo mandato in consiglio regionale. Una rottura ideologica, "Perché – spiega – sono distante da certe marcate e ripetute derive di “richiamo nostalgico” che non appartengono alla mia sensibilità politica e che niente hanno a che fare con il concetto di sovranismo identitario al quale la Lega ha guardato sin dall’inizio della rivoluzione salviniana". Ma anche nel metodo con cui l’ex generale Roberto Vannacci, vicesegretario del Carroccio ed europarlamentare, avrebbe ribaltato gli equilibri all’interno del partito. "Ne ho preso atto già ad aprile – racconta il consigliere regionale Baldini –, sin dalla celebrazione del congresso nazionale a Firenze, e poi dalla nomina di un responsabile per la campagna elettorale regionale distinto dal segretario e dai membri del direttivo". Da ex generale, Vannacci punta ora ad arruolare “l’esercito“ toscano attraverso il listino bloccato. Una formula che garantirebbe l’elezione del fedelissimo — nonché portavoce del movimento “Il mondo al contrario“ — Massimiliano Simoni. Ma che per l’altro Massimiliano, Baldini, è "Uno strumento ingiusto, che impedisce il normale esercizio democratico del voto, tanto più se a vantaggio di un neo-iscritto". E, restando nella metafora militare, "È un po’ come conferire i gradi del comando dell’esercito a chi si è arruolato in quell’arma l’altro ieri". "Vannacci – prosegue Baldini – fa un gran parlare di valori, di principi, di meritocrazia ma poi pretende il listino bloccato per chi è iscritto al partito da 4 mesi, alla faccia dei militanti della Lega che portano avanti il movimento da cinque, dieci, quindici, venti anni tutti i giorni sul territorio, di un gruppo consiliare regionale che ha svolto – dice ancora – un lavoro straordinario, ben coordinato dalla capogruppo Elena Meini, indicata come candidata presidente, ed in ultimo, in Provincia di Lucca, di un consigliere regionale uscente, al primo mandato – dice riferendosi a se stesso – che si è speso quotidianamente per il territorio e per il partito in termini di quantità e di qualità, senza che gli venga riconosciuto nemmeno il diritto di fare il capolista nel proprio collegio". Per Baldini è uno "schiaffo" personale "a tutta la dirigenza regionale in carica della Lega, ma anche "a tanti viareggini, versiliesi, lucchesi, garfagnini ed anche toscani che in questi tre anni hanno più volte apprezzato quanto ho fatto per le loro comunità".
Nonostante la presa di posizione contro il vicesegretario Vannacci, definito "Il mondo al contrario all’interno della Lega", Baldini conferma il sostegno al partito e al suo segretario Matteo Salvini "al quale, evidentemente in difficoltà, confermo la mia vicinanza, la mia stima e – conclude – la mia piena riconoscenza per le opportunità che mi ha consentito più’ di una volta".