BEPPE NELLI
Cronaca

Un problema antico che il commisario non è riuscito a gestire

di Beppe Nelli VIAREGGIO Il nostro porto è il maggiore dei quattro di rilevanza regionale. La potestà è della Regione. Perché dunque...

Il nostro porto è il maggiore dei quattro di rilevanza regionale. La potestà è della Regione. Perché dunque Firenze ha fatto poco o nulla per il problema congenito dell’insabbiamento?

La risposta facile sarebbe un po’ ingannevole: la Regione è stata rallentata dalla diatriba tra il governatore Eugenio Giani e il sindaco Giorghio Del Ghingaro, che a lungo non hanno trovato accordo sul rinnovo del segretario dell’Autorità portuale. È un fatto: il segretario commissariato e rinnovato di mese in mese non era nella piena e duratura funzione per assumersi la responsabilità di un appalto da oltre 5 milioni di euro, quello del sabbiodotto (per inciso: negli anni ’90 c’era ancora un piccolo sabbiodotto alla spiaggetta libera del Molo, poi sparì).

Ma nell’ottobre 2022 il consiglio regionale ha modificato la legge regionale 40/99, eliminando automaticamente anche il consenso del sindaco di Viareggio che in precedenza era obbligatorio per nominare il segretario dell’Authority. L’ente infatti fu varato ai tempi del governatore Enrico Rossi, e della giunta di Luca Lunardini che non riusciva a far partire i lavori del nuovo mercato ittico, con la legge regionale 23 del 28 maggio 2012. C’era un comma determinante, la nomina del segretario doveva avvenire d’intesa col sindaco di Viareggio. Su questo comma s’era basato il ricorso della giunta Del Ghingaro contro le nomine commissariali. Dall’ottobre 2022, invece, decide solo Giani. Cioè: da 14 mesi la Port Authority è nella certa legittimitgà decisionale, eppure in oltre un anno non è riuscita ad affidare e far cominciare i lavori del sabbiodotto. E anche questo è un fatto.

Come tutti i porti che hanno davanti un fondale sabbioso, anche Viareggio è soggetto all’insabbiamento da quando è nato. Allora però il pescaggio dei bastimenti di legno era minore. Poi sono arrivati yacht, mega yacht, pescerecci, barche sempre più grandi e pesanti. E ci sarà anche il cambiamento climatico ma la corrente fissa del Mar Ligure, che dal Canale di Piombino trascina sabbia e altro verso nord fino al Golfo del Leone, non s’è mai modificata. Oggi c’è l’elettronica, c’è internet: ma da sempre i portolani segnalano il problema di uscita e ingresso dal porto di Viareggio, che devono avvenire facendo manovra davanti a piazza Mazzini, per imboccare un canalone più profondo che conduce all’imboccatura. Spesso però, come è accaduto al peschereccio Milù, la manovra non basta.

La fine del peschereccio è solo l’ultimo di tanti incidenti. Anni fa, col mare mosso, una barca a vela si rovesciò facendo la virata a piazza Mazzini e una donna annegò. Il Moro di Venezia, dopo la Coppa America fu portato in mostra a Viareggio: entrò in porto sobbalzando, onda dopo onda, mentre il costosissimo bulbo sfregava sul basso fondale. Spesso barche di ogni tipo e valore sono rientrate a sobbalzi. E tanti yacht allestiti in Darsena vengono portati fuori su cassoni galleggianti simili a quello gigantesco che fu usato per rimuovere la Costa Concordia all’Isola del Giglio.

Anversa, più grande, e Funchal-Madeira, più piccolo, hanno le draghe fisse alla bocca dei propri porti. Ai tempi della giunta di Marco Marcucci quando non c’era la Port Authority le draghe scaricavano la sabbia sulle chiatte che venivano portate a ripascere i litorali più a nord. Adesso la draga spara acqua e sabbia pochi metri più in là, riconsegnando immediatamente i sedimenti alla corrente che li riporta nell’avanporto.

Quando furono costruiti, i bagni di Levante non avevano davanti quasi 500 metri di arenile. E fino a 15-20 anni fa non esisteva la spiaggia del Muraglione, l’acqua arrivava agli scogli artificiali su cui era stata costruita la diga foranea. Questa è la testimonianza che inchioda tutti alle proprie responsabilità: se le spiagge a sud sono cresciute, è perché da anni l’escavo davanti al porto che fa muro, e provoca l’accumulo della sabbia non è mai stato sufficiente.