L’esperienza di Vivoli in Mdm Holding inizia il 26 giugno 2020, quando sottoscrive il contratto di acquisizione del 60 per cento delle quote per un milione e 800mila euro. Una cifra che, in base ai risultati delle indagini, non sarebbe mai stata pagata (a pagare sarebbero stati i ’vertici’ del sistema Riccardo Pieraccini e Fiore Moliterni). Non solo: dell’operazione Vivoli "si disinteressava totalmente, lasciando in mano la holding e le controllate a chi, per lui, aveva pagato il prezzo delle sue quote". Assunto il ruolo, si sarebbe limitato ad approvare i bilanci, senza esercitare alcun tipo di controllo. In cambio, confidava al nipote, in una telefonata del gennaio 2023, di aver ricevuto "qualcosa" per il ruolo formalmente assunto.
Il "qualcosa" non è stato quantificato, ma è stato scoperto un bonifico a favore di Vivoli da parte di Pieraccini. Nella stessa telefonata, ammetteva di "aver fatto da prestanome" per conto di "una famiglia" e in particolare "un soggetto" (Pieraccini), "condannato in modo definitivo per bancarotta fraudolenta".Proprio la condanna di Pieraccini avrebbe spinto Vivoli a fare un passo indietro, come emerge da altre corrispondenze telefoniche. "Non vorrei andarci a finire nel mezzo anche a livello penale", diceva il 20 gennaio. Mentre il 5 marzo, sempre al telefono con un parente, dichiarava di aver ricevuto tra 2.500 e 5mila euro al mese, oltre a macchina e ufficio, per la carica rivestita.