
Jonathan Bonini, titolare dell’ominima edicola e organizzatore di “Arte in movimento“
Sembrerà di tornare indietro nel tempo, di sentire l’odore del colore imprimersi sulla tela sistemata e preparata sul cavalletto, di rivivere i tempi d’oro in cui, come nella storica via romana, l’arte era casa di molti. È quello sperato e riproposto, tra le strade della città, da "Viareggio Arte in Movimento", l’evento organizzato da Edicola Jonathan dall’idea di Jonathan Bonini, Alessio Cascino e Walter Piccolomini, con il sostegno dell’osteria Trinchetto e il patrocinio del Comune, che, da domani fino a domenica, porterà, in via Fratti nel tratto abbracciato da via Garibaldi e via Machiavelli, pittori, fotografi e scultori che, muniti di colori e cavalletto, trasformeranno il centro storico viareggino in un atelier a cielo aperto.
Un’idea, quella di avvicinare via Fratti alla via Margutta romana dei tempi d’oro, o alla Montmartre parigina, partita proprio da chi, come gli organizzatori, di arte sono collezionisti, amanti e appassionati, e diretta a rendere fruibile, quella stessa arte, a tutti. "L’idea è nata da un gruppo di amici legati dalla stessa passione – racconta Jonathan Bonini –. E parlando, un giorno, anche delle problematiche della zona, abbiamo deciso di organizzare una sorta di “marguttiana“, avendo contatti con vari collezionisti e artisti, e volendo fare anche un omaggio a Viareggio". Saranno presenti, infatti, proprio davanti all’edicola, anche opere di Lorenzo Viani e Moses Levy, in una personale che riporta alle origini, di Viareggio e della sua arte, proprio nella zona che, nonostante gli abbandoni e l’incuria recente, ne rappresenta il cuore. A voler mostrare, tra colore su tela e scatti fotografici, quella stessa storia.
"Saranno presenti poi venti artisti, tra pittori, scultori e fotografi, che si esibiranno dal vivo, alcuni con il cavalletto, alcuni con street art per terra e altri con installazioni. E abbiamo voluto un riscontro più ampio, con fotografi provienienti da Firenze, altri da Pisa, ragazze dello “Stagio Stagi“, altre da Carrara che si occupano di scultura e una ragazza ucraina che collabora anche con la galleria di Pietrasanta Vera Docci", continua Bonini, con la speranza che questi tre giorni possano rappresentare soltanto l’anno zero di un appuntamento ricorrente, "per far sì che, senza la necessità di recarsi in una galleria o in un museo, tutti possano godere di un’arte aperta e libera".
Gaia Parrini