TOMMASO
Cronaca

Tragedia sul lavoro a Firenze: la necessità di un cambiamento reale

Strambi Non numeri, ma persone in carne ed ossa, con le loro storie, speranze, sogni e voglia di riscatto. Venerdì mattina...

Strambi

Non numeri, ma persone in carne ed ossa, con le loro storie, speranze, sogni e voglia di riscatto. Venerdì mattina è accaduto a Firenze, in un cantiere di un supermercato in costruzione nel quartiere di Novoli. "Un lampo", per usare le parole dello scrittore Stefano Massini, che si è inghiottito almeno altre cinque vite. E il bilancio finale poteva essere molto più alto. Una tragedia immane. Che non conosce fine. Le statistiche ne contano tre al giorno in media. Nel 2023 le vite spezzate sul lavoro sono state 1.041: tante quante ne accoglie un piccolo borgo di provincia. Da venerdì c’è un tarlo che ci ruota nella testa. Ha cominciato a ronzarci non appena nella posta elettronica della redazione di Viareggio è apparso il primo comunicato che arrivava dal mondo politico locale (non importa di quale area). E la risposta l’abbiamo avuta dalle parole, mischiate alla lacrime, di uno dei sopravvissuti: "Dicono tutti: ora basta. Ma sono solo parole a vuoto". Come non percepire che di fronte al freddo della morte non resta che il silenzio. Soprattutto se, a voler intervenire, è quel mondo che dovrebbe fare le leggi e assicurarsi che vengano rispettate. Quel mondo che dovrebbe dotare gli uffici preposti di tutti quegli strumenti affinché là dove si lavora, a cominciare dai luoghi in cui si è più esposti, siano applicate tutte le normative sulla sicurezza. Quello stesso mondo dovrebbe anche impedire che in nome del ’’massimo ribasso’’ si barattino le vite umane. E garantire che chi lavora abbia un contratto regolare (come è possibile che ci siano clandestini in alcuni cantieri?). Ecco serve andare oltre al cordoglio ed iniziare a lavorare per un cambiamento vero. Perché di morti sul lavoro se ne parla da troppo tempo e poco, alla fine, è stato fatto in concreto. Allora forse è meglio evitare l’ipocrisia pelosa. Quindi, sui Viale a Mare, ci fermiamo per tutti i morti o non ci fermiamo per nessuno. Quando c’è qualcuno che vale di più di altri, c’è qualcosa che non va. E lo sappiamo. Giù la maschera anche se è Carnevale.