Barricati in casa a Torre del Lago, "è stato mio padre a sparare"

Gianluigi Ragoni ha accusato il padre di aver sparato. Ora il 90enne è ai domiciliari nella casa dove è avvenuto il blitz, il figlio in carcere: si attende l'esito dello stub per capire chi abbia usato l'arma

Viareggio (Lucca), 20 gennaio 2022 - È stato Gianluigi Ragoni, 44 anni, barricatosi ieri in casa insieme al padre novantenne nella loro abitazione a Torre del Lago perché non voleva il Tso (trattamento sanitario obbligatorio), a dire agli inquirenti, dopo essere stato fermato, che a sparare due colpi di pistola sarebbe stato il genitore. Per chiarire chi in effetti tra padre e figlio abbia usato la pistola si attende l'esito dello stub, il tampone sulle mani per verificare eventuali residui da sparo, eseguito su entrambi dalla Scientifica di Firenze.  È quanto riferito stamani dal questore di Lucca Alessandra Faranda Cordella.

L'accusa 

Per padre e fgilio l'accusa è tentato omicidio in concorso e detenzione di armi e munizioni. La pistola, un'arma  che ha circa 50 anni ed era illegalmente detenuta, era ancora carica: aveva  4 proiettili in canna. La pistola è stata poi ritrovata durante la perquisizione in camera del padre. 

Lo stratagemma

Poiché Ragoni ha detto che si fidava solo della Guardia di Finanza, una poliziotta si è finta agente della Finanza e lo ha intrattenuto - assicurandogli che avrebbero sospeto il Tso -   mentro i Nocs preparavano il blitz. L'uomo era sul terrazzo disarmato, e mentre parlava con la poliziotta poteva essere tenuto facilmente sotto controllo.  Ragoni, tra le sue strane richieste, voleva che venissero chiusi tutti i reparti di Psichiatria d'Italia 

Il ruolo del genitore

Sempre da quanto spiegato dal questore in conferenza stampa, "in una prima fase non si comprendeva il ruolo" dell'anziano genitore, "si temeva fosse ostaggio, quando poi è stato visto apparire sul balcone" della casa, la situazione si è mostrata "diversa da quella prospettata" e si è dovuto "modulare diversamente l'intervento del Noc".

 

La pistola 

La pistola che ha sparato, una vecchia Galesi calibro 22, è stato poi ritrovata nella camera dell'anziano con ancora quattro proiettili. Sempre il questore ha rilevato che proprio il calibro 22 "è stata la fortuna del vigile del fuoco"  che è stato colpito di rimbalzo da uno dei colpi esplosi: "Se il calibro fosse stato più potente sarebbe andata diversamente. Il proiettile ha attraversato un importante segmento di legno andando a impattare direttamente sul cuore del vigile del fuoco" che ha riportato solo 10 giorni di prognosi.

 

La personalità di Ragoni

Riguardo alla personalità di Ragoni, è stato spiegato che in passato era stato segnalato per lesioni, che era stato licenziato dall'ospedale Santa Chiara di Pisa per conflitti avuti con altri dipendenti, e che a ottobre c'erano stati già problemi per l'esecuzione di un tso, risolti poi con intervento della polizia. Era una persona nota, per la quale gli agenti erano anche intervenuti per 3-4 episodi di molestie e alterchi in alcuni locali e negozi, ma senza denunce. In generale la questura parla di un quadro di fragilità della famiglia, aggravato per il 44enne dalla morte della madre. Non risultava comunque in alcun modo il possesso della pistola. Durante le trattative ieri andavate avanti per tutto il pomeriggio fino a sera - fino all'ultimo si è sperato di non dover far intervenire il Nocs - il 44enne è stato comunque "collaborativo»: quando si è affacciato al balcone si è mostrato sempre come richiesto con le braccia alzate e mai con la pistola.

 

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Il figlio è stato portato in carcere a San Giorgio a Lucca mentre l'anziano padre è ai domiciliari nella casa dove è avvenuto il blitz. 

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