Torre del Lago, la follia: "Esco se mi fate presidente". Il blitz, poi applausi e insulti

Torre del Lago, ore di vaneggiamenti con in mano una pistola di cui nessuno sapeva nulla. Le sue manie erano note: "Sono il dio dei robot". Dopo aver perso il lavoro, la solitudine col padre

Viareggio, 20 gennaio 2022 - Una personalità disturbata, quella di Gianluigi Ragoni. In paese lo chiamavano "Dio". Perché lui diceva di esserlo al bar, in strada, fermando le persone. Il dio dei robot, più forte dei supereroi. "Presto diventerò alto tre metri e con 200 chili di muscoli", andava farneticando. D’estate sempre vestito di bianco, come per tutta la giornata di ieri. D’inverno più spesso di nero. La sua doppia personalità. O bianco o nero. Senza vie di mezzo. Era in pieno delirio di onnipotenza. Alle volte era solo un po’ strampalato. Altre volte – molto di frequente nelle utile settimane – era anche più aggressivo e violento. La gente, i vicini, cominciavano ad avere paura di lui. Augurava il tumore a chi gli passava vicino. Il lato oscuro che albergava nella sua mente troppo spesso prendeva il sopravvento.

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La perdita del lavoro, la morte della madre

In passato aveva lavorato all’ospedale di Pisa. da cui poi era stato licenziato. Non aveva fatto altro. Si dilettava a dipingere che era un po’ la sua passione. In casa viveva con il padre, Adelmo, carabiniere in pensione, novantenne, con cui è rimasto chiuso nel suo appartamento al primo piano di via Boheme 15. La madre è morta due anni fa. E sicuramente da allora il suo equilibrio mentale ha subito un duro colpo e le cose sono precipitate. Era in cura ai servizi psichiatrici e più volte era stato ricoverato.

La pistola-fantasma

E la pistola? Era una calibro 22. Che, a detta della polizia, non era stata denunciata. Nessuno insomma sapeva che quell’uomo con evidenti problemi psichici e già oggetto in passato di Tso, fosse armato. E con quella pistola Gianluigi ha seminato il panico a Torre del Lago, ferito un vigile del fuoco e costretto i Nocs di Roma (squadra speciale della polizia che ha gestito tutta l’operazione) a intervenire con un blitz degno dei migliori film d’azione americano.

Il delirio di onnipotenza

Per tutta la giornata ha tenuto il paese e le forze dell’ordine in scacco. Alternando frasi senza senso a minacce di uccidersi. Lunghi momenti di silenzio seguite da risate sguaiate. "Esco solo se mi fanno Presidente della Repubblica", ha proferito fra le tante frasi senza senso. E in questo suo delirio di onnipotenza, nel primo pomeriggio aveva ferito un vigile del fuoco. Colpito da un proiettile di rimbalzo.

Il vigile del fuoco ferito

"Attraverso il comandante dei vigili del fuoco di Lucca, l’ingegner Calogero Daidone, ho potuto raggiungere telefonicamente Marco Aurelio Filippi, il pompiere colpito di striscio da uno dei proiettili sparati dal 44enne che si è barricato in casa a Torre del Lago protagonista di questo increscioso episodio. Era ancora un po’ emotivamente scosso per la piega che l’evento avrebbe potuto prendere, ma per fortuna molto presente a sé stesso. Grazie a Dio Marco Aurelio ha avvertito solo un forte bruciore ma non ha subito ferite". Così il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia sottolineando che "per puro miracolo il caposquadra Filippi sta bene. Dalla sua viva voce ho appreso che il proiettile - aggiunge in una nota -, esploso da una pistola calibro 22 da un uomo per il quale era stato richiesto il Tso, lo ha colpito al petto dopo avere attraversato la porta che, con i colleghi e in supporto della polizia locale, stava cercando di aprire. Ho consigliato al caposquadra Filippi di prendersi tutto il tempo necessario per recuperare. Accanto a lui in questo momento difficile, che per fortuna non ha avuto conseguenze ben più gravi - osserva ancora il sottosegretario -, c’erano la moglie Laura e le due figlie, alle quali ho potuto portare il saluto e la vicinanza di tutto il corpo nazionale".

Gli insulti e gli applausi

Una giornata surreale quella vissuta a Torre del Lago culminata con l’irruzione a tarda sera dei Nocs che hanno preso in custodia padre e figlio, consegnandoli alle autorità sanitarie per le cure del caso. E sono stati accolti dagli applausi degli abitanti della zona gli uomini dei Nocs. Quando, intorno alle 21,45, l’operazione si è conclusa positivamente la gente presente ha sfogato la tensione con un applauso liberatorio nei confronti dei poliziotti. Insulti, invece, nei confronti dell’uomo che nel pomeriggio aveva sparato contro i vigili del fuoco che stavano aprendo la porta della sua casa.