
Tamponi entro le 24 ore dal momento della richiesta; risposta entro 48 ore dall’esame effettuato. E’ quanto garantisce al momento la Asl Toscana Nord Ovest. La prenotazione dei tamponi avviene esclusivamente tramite il portale messo a disposizione dalla Regione Toscana e raggiungibile all’indirizzo: https:prenotatampone.sanita.toscana.it
Sul portale sono prenotabili solamente gli appuntamenti previsti per il giorno successivo. Ad oggi gli appuntamenti al Drive Trough assicurati dalla Azienda USL Toscana nord ovest sono superiori rispetto alla domanda. Il tempo di attesa è quindi pari a 24 ore a patto che ci si renda disponibili a fare il tampone in una città diversa dalla nostra. La Asl garantisce inoltre nei Laboratori Analisi dell’ azienda (Livorno, Lucca e Massa) la risposta al tampone avviene in generale entro le 24 ore e comunque non oltre le 48 ore.
Il problema però è poi la tracciabilità di un caso positivo. E qui, ovviamente, i tempi si allungano. Recenti studi hanno dimostrato che nel caso in cui si riesce a tracciare i contatti avuto da una persona positiva entro un giorno, il rischio del contagio viene ridotto dell’85%; se tale tracciabilità la si ottiene in 5 giorni il rischio del contagio viene ridotto solo del 5%. Di qui la richiesta avanzata da molti medici di famiglia di avere a disposizione il test rapido che dia risposte entro 15 minuti, in modo da poter tracciare i contatti dell’eventuale positivo entro la giornata.
In particolare le aziende stanno risentendo in maniera significativa del forte affanno in cui si trovano le Asl nella gestione dei tamponi per l’individuazione delle persone contagiate dal covid.
Lo segnala in una nota Confindustria Toscana Nord: "Attese per prenotare il prelievo, attese per la sua effettuazione, attese per ricevere l’esito: nel frattempo i lavoratori, e anche gli stessi imprenditori qualora si trovino nella condizione di dover appurare la propria positività o meno, rimangono in un limbo che limita l’attività lavorativa e che impone di rimanere isolati nella propria abitazione, eventualmente in smart working ma solo se la mansione in azienda lo consente. Un limbo che può riguardare anche la natura stessa della permanenza a casa del lavoratore: se, per qualsiasi motivo, non c’è un certificato medico che faccia scattare la condizione di malattia, l’assenza dal lavoro deve essere gestita in maniera diversa e non sempre agevole". Su questo aspetto da parte di Confindustria sono stati ripetutamente chiesti chiarimenti, con esiti ancora non soddisfacenti.