BEPPE NELLI
Cronaca

Siamo all’ultima spiaggia: "Aste senza gli indennizzi. I balneari rischiano tutto". Decide la Corte europea

L’avvocato Del Dotto ha una sola certezza: "Si salva chi ha gli atti formali". Nuovi scontri col Consiglio di Stato che fa applicare il Codice della navigazione. .

Siamo all’ultima spiaggia: "Aste senza gli indennizzi. I balneari rischiano tutto". Decide la Corte europea

La Bolkestein non è una bomba a orologeria appesa sulla testa dei balneari della Versilia e d’Italia. È una bomba a grappolo. Secondo l’avvocato Alessandro Del Dotto, che cura le pratiche per decine di aziende, la "guerra" in corso tra governo e giudici non promette nulla di buono: "Si salva solo chi ha fatto atti formali con nuovi investimenti nel bagno. Per le aste non c’è certezza, perfino l’eventuale diritto all’indennizzo di chi perderà la concessione è nelle mani della Corte europea di giustizia".

Il 31 dicembre scadono veramente tutte le concessioni?

"Stando alla legge Draghi sì. Secondo il decreto Milleproroghe del governo Meloni invece scadono il 31 dicembre 2024; ma la sesta sezione del Consiglio di Stato ha ordinato di non applicare la proroga Meloni perché in contrasto col diritto comunitario".

Quindi?

"È un bel rompicapo".

E come si fa ad ignorare il Consiglio di Stato?

"Nella giustizia amministrativa è il tribunale di ultima istanza, anche se è ammesso il ricorso alla Cassazione per questioni di giurisdizione. Infatti i balneari hanno adito la Cassazione contro le due adunanze plenarie del Cds che nel novembre 2021 dichiararono la disapplicazione della proroga Centinaio. Per i ricorrenti sarebbe stata un’invasione di campo nella funzione legislativa di regolamentazione delle gare per nuove concessioni".

Ok. Ma allora che succede il 1° gennaio 2024?

"Secondo il Cds dovremmo avviare le gare per le nuove concessioni, con breve proroga per il tempo delle aste. Ma il problema è un altro".

Quale?

"Il Milleproroghe Meloni ha stabilito che durante la proroga i Comuni non possono fare le gare, e quindi il sistema è attorcigliato su se stesso".

Il sistema ha già deciso: da anni tutti i sindaci rivieraschi dicono che i loro uffici non sono in grado di fare migliaia di gare contemporaneamente.

"E’ vero, immaginate un Comune con 80 concessioni scadute e un ufficio demanio con 2 funzionari. È impensabile che possano fare 80 bandi, 80 gare, 80 provvedimenti, e al netto degli inevitabili contenziosi".

Alla fine, come al solito, non succederà nulla.

"C’è grande incertezza. Il Cds boccia le proroghe, e il governo oltre alle proroghe per prendere tempo, non riesce a tirare fuori nulla. Il governo s’era dato la scadenza del 27 luglio scorso per la ricognizione della scarsità della risorsa spiaggia. Sapremo qualcosa a breve? Nel frattempo il 6 settembre il Cds ha depositato un’ordinanza con cui i gioudici amministrativi hanno già stabilito che la risorsa spiaggia è scarsa, e quindi deve essere applicata la Bolkestein con le aste dei bagni. All’orizzonte si vede già un nuovo conflitto col governon conflitto col governo".

Ma i giudici sono anche tecnici del Demanio?

"Non so. Però già il 28 dicembre 2022 la sesta sezione del Cds, su un ricorso di un Comune, ha chiarito che per fare le aste della Bolkestein non c’è un vuoto normativo. Si applica l’articolo 49 del Codice della navigazione che prevede da sempre l’evidenza pubblica con procedura comparativa. Quella con cui si assegnano le concessioni".

Lei ha tanti clienti balneari: a loro cosa dice?

"Ho sempre consigliato di fare le istanze di atto formale, con nuovi investimenti e un prolungamento della concessione che comunque passa dall’evidenza pubblica".

Questi atti formali sono veramente al sicuro dalle aste della Bolkestein?

"Sono coperti dall’articolo 2 della legge Draghi, la 11822, che ha escluso dalle gare le concessioni valide oltre il 31.12.23, purché siano state sottoposte ad adeguata pubblicità".

L’Unione europea e il Consiglio di Stato sono d’accordo?

"L’ha scritto Draghi. La Commissione europea non ha fatto appunti sulle norme di Draghi, ma sulla proroga Meloni".

Cosa accadrà ai balneari che non hanno fatto atti formali?

"Deve attendere di capire cosa farà il governo. E c’è un procedimento pendente alla Corte di giustizia europea su un rinvio pregiudiziale del Cds che il 15 settembre 2022 ha chiesto se prevedere un indennizzo per chi perde la concessione è compatibile col diritto comunitario".

Non è automatico?

"No, l’articolo 49 del Codice della navigazione stabilisce che a fine concessione il concessionario tolga le opere di facile rimozione, e lasci incamerare nel patrimonio dell’erario le strutture di difficile rimozione, senza alcun indennizzo. Il Cds ha chiesto se invece si può ammettere un indennizzo per le opere incamerate dallo Stato o assegnate a un concessionario diverso. E ancora una volta c’è da aspettare il pronunciamento della Corte europea".

Allora i bagni sono ancora tra "color che son sospesi".

"Sì. Appesi alle labbra della Corte di giustizia europea e del governo, con tutte le ombre che gettano sul caso i giudici amministrativi".