
I carabinieri controllano il Tabernacolo in cerca di impronte (Foto fornita da Noitv)
È entrata in chiesa, ha chinato il capo e di fronte all’altare con la mano ha disegnato nell’aria il segno della croce. Poi l’anziana fedele si è allungata verso la sagrestia, seguendo la voce di don Daniele Ricci che intanto parlava al telefono: "In 22 anni di sacerdozio – ha detto il parroco a chi lo ascoltava, appena prima di agganciare – non mi era mai capitato". A quel punto i suoi occhi si sono gonfiati, ma le lacrime sono state trattenute della mano dell’anziana parrocchiana che si è posata, tanto forte quanto gentile, sulla spalla del prete. Che mai, da quando ha scelto di dedicarsi a Dio, aveva dovuto denunciare un grave furto sacrilego, come quello avvenuto domenica pomeriggio alla chiesa di Santa Maria Assunta alla Migliarina.
Dove il tabernacolo è stato aperto con violenza, prima tentando con un trapano, poi con un piede di porco che è invece riuscito a forzarlo, e dal quale è stato trafugato il Santissimo Sacramento. Dalla pisside, rimasta all’interno, sono state rubate solo le ostie consacrate. Ma dalla canonica, setacciata dai ladri in ogni angolo, sono scomparsi anche un calice, una patena... e altri oggetti del rito dell’Eucarestia. "Questo – dice Don Daniele – è un colpo al cuore del culto"; e, sospettano gli inquirenti, forse messo a segno su commissione. Lasciando aleggiare, intorno all’episodio, l’ombra dell’ossessione religiosa, o peggio del satanismo, delle sette, delle messe nere. Ulteriore profanazione alla prefanazione.
E la sola idea ha scosso profondamente la comunità parrocchiale che ieri, per l’intera giornata, ha cercato, e offerto il suo supporto a Don Daniele. E in serata si è riunita in chiesa per la messa di riparazione e di adorazione officiata dall’Arcivescovo Paolo Giulietti. A quel gesto, alle porte del Natale, la comunità ha voluto rispondere con la preghiera. Per depotenziare l’insulto. E per chi si è macchiato dell’oltraggio, affinché ritrovi la strada.
Che si è persa, domenica, in pieno giorno. Chi ha agito ha sfruttato una domenica piovosa che ha tenuto i più in casa e chiusi anche i campetti sportivi dell’oratorio. E dunque, lì intorno, non c’erano nemmeno i ragazzi che di solito si ritrovano a giocare. Alle 15, forse le 15.30, don Daniele, che era nel suo appartamento, ha però sentito dei rumori nel silenzio. Ma "Non gli ho dato dato troppo peso" dice, anche perché nell’appartamento a fianco, sempre della parrocchia, vivono tre ragazze inserite in un progetto promosso dalla Caritas Diocesena. "Ho pensato fossero rientrate, dopo il pranzo in famiglia". Ma no, non erano loro.
Il loro grido ha però rimbombato, fre le mura della chiesa, quando sono rincasate, intorno alle 17. E hanno scoperto che la porta dell’appartamento, da cui sono spariti gioielli e pc, era stata sfondata con una mannaia, lasciata sul divano. I ladri l’hanno trovata in una stanza parrocchiale, "dove – spiega Don Daniele – teniamo tutta l’attrezzatura che serve per la sagra". Quella sul sagrato, realizzata con il contributo dei parrocchiani, in particolare dai ragazzi e le ragazze dell’oratorio, che d’estate e d’autunno anima il quartiere. E garantisce risorse importanti alla parrocchia, che vengono investite in progetti di inclusione e solidarietà. "Avremmo anche voluto destinare un po’ di risorse in un sistema di videosorveglianza", racconta il parroco. Ma un incendio doloso, a metà settembre, ha distrutto la verandina esterna della chiesa. E così le priorità sono cambiate, "l’idea di acquistare le telecamere è stata rimandata a momenti migliori". Poi è avvenuto il furto sacrilego.
Tra i due episodi non dovrebbe, ne sono convinti i carabinieri che indagano, esserci alcun collegamento. "Per quanto grave sia quello che è accaduto – conclude Don Daniele – è un miracolo che nessuno si sia trovato coinvolto in questa storia. E nella preghiera, ora, sapremo trovare conforto".