
A sette anni dalla presa di possesso della villa viareggina del Maestro, la Fondazione Giacomo Puccini si prepara a restituire a nuova vita la dimora storica dell’artista, quella in cui fu composta la Turandot, rimasta incompiuta. Era il 1921 quando Puccini si trasferì da Torre del Lago nella sua nuova casa al Marco Polo. E oggi, a cento anni esatti di distanza, sono partiti gli interventi per il recupero della struttura. La Fondazione ha reperito e stanziato 200mila euro per la prima fase dei lavori, che prevederanno la messa in sicurezza dell’edificio. Poi, si cercheranno nuove risorse - anche tramite un crowdfunding - per restaurare il resto della struttura. I lavori sono stati affidati all’architetto Monica Marchetti.
"Quando la Fondazione Puccini è entrata in possesso della villa nel 2014 – ricorda il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini – sono stati rimossi 50 quintali di rifiuti poi mandati a discarica. E di lì a poco, ne sono stati rimossi altri 54 quintali. Numeri che testimoniano dello stato di abbandono in cui versava la struttura". L’edificio fu costruito ex novo su un terreno acquistato nel 1915 da Puccini, desideroso di ‘fuggire’ da Torre del Lago dove imperversavano le torbiere. La prima progettazione è del ‘18 e i lavori iniziarono di lì a pochi mesi. Tutte le varie fasi delle operazioni furono supervisionate in prima persona dal Maestro, motivo per cui la Villa Puccini non è solo un edificio storico, ma una vera e propria testimonianza della personalità e della modernità di Puccini. I lavori furono portati avanti dall’architetto Pilotti e dall’ingegner Severini di Pisa, mentre le decorazioni esterne furono realizzate da Galileo Chini.
"Puccini interveniva in tutte le decisioni – sottolinea l’architetto Marchetti –, dalla distribuzione alla scelta dei materiali. Era un uomo avveniristico e tutto quel che si trova nella Villa è voluto personalmente dal Maestro. L’impianto di irrigazione del giardino potrebbe essere il primo in Italia. Per quel che riguarda l’intervento, siamo partiti dal giardino che versava in condizioni pericolose: abbiamo redatto una mappatura degli alberi e fatto le prove di resistenza. Anche sulla vegetazione si nota la mano di Puccini, che era intervenuto a livello ‘scenografico’". Chiusa la prima fase di operazioni, si partirà una seconda tranche dedicata "alla verifica delle grondaie e del tetto e, a seguire, ai dettagli interni dell’immobile. Stiamo lavorando anche a livello di restauro per recuperare le decorazioni originali". Un passo in avanti verso un’ulteriore valorizzazione della figura di Puccini, a tre anni dal centenario della morte.
DanMan