REDAZIONE VIAREGGIO

Puccini e quella passione per le auto (e non solo)

Puccini grande compositore, Puccini grande meccanico (e questo pochi lo sanno). Aveva ,il buon Giacomo, un enorme passione per la caccia e quindi grandi escursioni con la sua “Isotta Fraschini“ fra i monti toscani. Ma alla quarta auto sfondata sulle mulattiere lucchesi propose all’industriale Vincenzo Lancia una sua idea all’avanguardia: una quattro per quattro ben rialzata, doppie balestre, robusti pneumatici. Era nato il fuoristrada che fu poi copiato dagli Americani per la loro Jeep.

Ma tutta la vita di Puccini fu un fuoco d’artificio. Oltre lepri e fagiani inseguiva anche cameriere e cantanti finché sua moglie Elvira stanca di tutte queste scappatelle, acquista una casa sul lago di Massaciuccoli, notoriamente lago cieco senza emissari. Era convinta, la poverina, che Giacomo col suo motoscafo potesse solo andare a pesca di trote e lucci. Ma il maestro era un uomo ricchissimo e, senza clamore, fece costruire un canale che collegava il lago a Viareggio. Usciva al mattino per andare dalle sue donnette, tornava alla sera con carpe e tinche (acquistate sul molo). Ma presto anche la vita sul lago fallì. Puccini si innamorò follemente della giovane cameriera Dora Manfredi. La moglie diventò una iena e la Dora si suicidò. Una fase pesante della vita che spinse il maestro a fumare sempre di più con il tristissimo epilogo della sua morte ad appena 66 anni.

La diagnosi di tumore alla gola fu precoce ma le terapie in quel tempo erano davvero minime. E quindi seguendo i consigli dei medici eseguiva dei cicli di suffumigi con scorze di larice, pino e malva che ovviamente non lo guarirono dal tumore ma senz’altro lenirono il decorso della malattia.

Queste terapie erano in quel periodo le migliori. Negli anni 20, ad esempio, i contadini della tenuta di San Rossore per aprire le pigne verdi e ricavarne i pinoli usavano metterle in acqua bollente. L’acqua di cottura però non veniva buttata via ma portata ai Sanatori della Versilia per fare suffumigi ai pazienti.

Il suffumigio o fomento può essere eseguito a casa mettendo a bollire piante medicali respirandone poi i vapori balsamici con un asciugamano sulla testa. Il tutto ovviamente con il consenso del medico curante.