DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Piano strutturale in formato ridotto. Ma sui numeri è bagarre politica

Lo strumento urbanistico consentirà, per i primi 5 anni, solo il 35% delle nuove edificazioni previste

Piano strutturale in formato ridotto. Ma sui numeri è bagarre politica

Piano strutturale in formato ridotto. Ma sui numeri è bagarre politica

Partiamo dal dato di fatto, che è poi quello spifferato giorni fa da un esponente di maggioranza e che è stato vagliato martedì in commissione urbanistica. Il piano strutturale in discussione al prossimo consiglio comunale (a regola il 9 novembre) subirà a livello di nuove edificazioni un ridimensionamento tale che la prima tranche del piano operativo consentirà solo il 35% degli interventi inseriti nell’impianto generale, valido fino al 2035. In soldoni, gli iniziali 89mila metri quadri di nuova edificazione scenderanno a 82mila, ma di questi solo 13.800, pari appunto al 35%, potranno vedere la luce nel piano operativo legato ai primi 5 anni. È l’effetto delle bocciature arrivate da Regione e Provincia in sede di conferenza paesaggistica e del dietrofront attuato dall’amministrazione comunale.

Eppure sui numeri c’è un solco netto tra i due schieramenti: per la minoranza tutto questo si tradurrà in sogni edificatori infranti per migliaia di cittadini, mentre per la maggioranza verrà tutto diluito da qui al 2035 e ci saranno benefici per le zone verdi affrancate dalle colate di cemento. Probabile, quindi, che al prossimo consiglio l’atmosfera sia bollente. "È bene che il sindaco non si lasci guidare dalla frenesia – attacca la capogruppo Pd Irene Tarabella – dato che questo piano strutturale è profondamente diverso rispetto a quello adottato a dicembre 2021. L’amministrazione è stata costretta a scendere a compromessi dopo la conferenza paesaggistica in quanto il piano prevedeva una crescita demografica, in controtendenza con la realtà dei fatti, che avrebbe giustificato altrettanta crescita edificatoria, ora invece viene fortemente ridimensionata. Di fatto l’amministrazione dovrà riconoscere come verdi ampie aree in cui prevedeva un’edificazione massiccia: ad esempio all’Osterietta sarà eliminata un’area di 5 ettari destinata a 40 nuove abitazioni e i cuscinetti di verde inseriti tra viale Apua, via Fiumetto e via I Maggio renderanno impossibile la realizzazione del nuovo polo scolastico". Tarabella ritiene poi improbabile che il piano operativo possa essere approvato 2-3 mesi dopo lo strutturale "perché se le norme dell’operativo non sono conformi a quanto previsto dallo strutturale il Comune sarebbe esposto a possibili ricorsi". Anche il consigliere Pd Nicola Conti boccia la manovra: "Il primo piano operativo, della durata di 5 anni, solo della parte di nuova edificazione potrà prevederne il 35%, ossia 13.800 metri quadri. Il restante 65% dovrà essere previsto nei futuri piani operativi. Purtroppo la differenza con il piano strutturale adottato è minima anche perché il previsto aumento della popolazione al 2035, pari a 2.050 unità in più rispetto ad oggi, è elevata".

Attacchi che il sindaco Alberto Giovannetti rigetta con forza, riferendosi anche all’esponente ribelle del centrodestra: "Quando si danno i numeri, o si è veggenti o si è talmente in confusione che si straparla. Le ultime esternazioni propendono per la seconda ipotesi. Il piano strutturale ha una durata di 15 anni e i numeri che contiene vengono ‘consumati’ nell’arco di più piani operativi, che hanno una valenza quinquennale con integrazioni possibili già dal secondo anno dall’approvazione. Inoltre il piano operativo è ancora in fase istruttoria: nessuna riduzione, dunque, per i 90mila metri quadrati. Ricordo che le nuove costruzioni e ristrutturazioni riguardano solo il perimetro urbano, a salvaguardia delle aree ambientali più fragili o di pregio come la Versiliana e il lago di Porta".