Piagentini si dimette: "Io ricomincerò a vivere. Ma la battaglia continua..."

"Lasciar perdere ieri ci avrebbe trasformato oggi in persone vuote. Il suo testamento: "Possiamo guardarci allo specchio ed essere sereni".

Piagentini si dimette: "Io ricomincerò a vivere. Ma la battaglia continua..."

Piagentini si dimette: "Io ricomincerò a vivere. Ma la battaglia continua..."

Dopo nove anni di presidenza, Marco Piagentini si ferma. Dopo aver combattuto mille battaglie civili, dopo aver seguito ininterrottamente ogni udienza del processo per la strage di Viareggio (con sentenze di condanna ormai quasi definitive) e dopo aver portato in giro per l’Italia richieste e appelli per miglioare la sicurezza sui binari, Piagentini si è dimesso da presidente del Mondo che Vorrei.

"Un incarico che allora ho accettato con vero onore perché era troppo grande e troppo forte ciò che era accaduto a Stefania, Luca e Lorenzo; troppo grandi le ferite aperte da ciò che avevamo vissuto quella notte, anche se allora, devo dire, mi spaventava il peso che avvertivo per il grande impegno di lavoro che si prospettava e il grande senso di responsabilità morale verso le vittime e i familiari. In questo difficile incarico ho messo tutto me stesso, sacrificando spesso anche le persone a me vicine, che ringrazio per avermi accompagnato e sostenuto senza se e senza ma, sempre. Ieri ci dicevano di lasciar perdere, oggi ci domandano se ne è valsa la pena.

Posso affermare che lasciar perdere ieri ci avrebbe trasformato in persone vuote oggi, e, anche se a fronte di grandi sacrifici, possiamo guardarci allo specchio ed essere sereni, e nonostante il lungo e tortuoso cammino possiamo sostenere serenamente di non aver nessun rimpianto.

Oggi non possiamo dimenticare una sentenza di condanna definitiva emessa dalla Corte Suprema di Cassazione che sottolinea le responsabilità degli amministratori delegati delle nostre ferrovie, i forse, i ma, i però, li lascio a chi in questa difficile battaglia è rimasto a guardarei.

Ora ho bisogno di tornare a prendermi cura di me, del mio stato fisico che spesso ho trascurato, di ricominciare a costruire la mia vita pienamente. Ciò non vuol dire, né dimenticare (cosa per altro per me impossibile) né fermarsi di fronte agli obbiettivi dell’associazione che devono essere ancora raggiunti, ma nella vita ci sono dei cicli che iniziano e che si chiudono. Ora per me é giunto il momento di chiudere questo capitolo per rigenerarmi e poter essere nuovamente propositivo con nuove idee. Non si può smettere di essere cittadini consapevoli.

Ringrazio tutti i familiari, i soci, gli amici e coloro che ho incontrato in questo lungo e difficile cammino sostenendo una battaglia che non è stata e non sarà solo dell’associazione, ma una battaglia di tutti, una battaglia di civiltà per cercare di ottenere una Giustizia vera e un paese più sicuro, per non tornare a vivere la mostruosità che ha vissuto Viareggio".