Daniele Mannocchi
Cronaca

La nuova sfida di Pellegrini: una gastronomia al Piazzone

Si accende una luce nel cuore commerciale della città, depresso da anni. Il titolare del bar Irene: “Cerchiamo di colmare un vuoto e di creare movimento”

Davide Pellegrini, titolare del Caffè Irene

Davide Pellegrini, titolare del Caffè Irene

Viareggio, 14 dicembre 2024 – Una delle chiavi interpretative usate per spiegare l’affermazione della cultura d’impresa nella nostra società è quella della “speranza”. Categoria ereditata dal mondo cristiano, dona una slancio sconosciuto a realtà più pessimiste e rassegnate. Senza scomodare pensieri troppo profondi, che vanno saputi maneggiare, è innegabile che un pizzico di “speranza” ci sia, alla base dell’avventura intrapresa da Davide Pellegrini, titolare del bar Irene, in collaborazione con la Libreria Lungomare.

Oggi, dalle 12,30 alle 15,30, in via San Martino – di fianco al bar – inaugura il Buetto, un nuovo locale studiato per colmare un gap presente nel centro cittadino (e non solo). “Sarà una gastronomia in cui si potrà mangiare in loco, oppure da asporto – spiega Pellegrini –, in parte sarà un locale autonomo, in parte darà supporto al bar Irene. Ci si potrà sedere al bar e prendere delle tapas per un aperitivo lungo, oppure presentarsi per un pranzo veloce. Andrà tutto a peso e faremo anche piatti etnici, come usa nelle grandi città”.

Una gastronomia diversa, dunque, che s’innesta in una realtà particolare, quella del Piazzone, dove da (troppi) anni le saracinesche si abbassano, invece di alzarsi. “È vero, andiamo in controtendenza – spiega ancora Pellegrini – ma a noi, come bar Irene, serviva uno spazio in cui poter fare da mangiare, in cui preparare dei piatti caldi per i nostri clienti. E allora ci siamo detti: visto che a breve dovrebbero partire i lavori al mercato, portiamoci avanti e facciamolo”.

Eccola lì, la speranza. Che si traduce, in concreto, in opportunità e – si spera – movimento. “Daremo lavoro a quattro persone, due in cucina e due in sala, e la formula del bar Irene non sarà snaturata. Se qualcuno vorrà prendere da mangiare da qualche altra parte, come il classico frittino dell’Acciuga, potrà comunque venire a sedersi da noi”. Sinergia, dunque, nella consapevolezza che l’importante è stimolare il movimento, e a quel punto i benefici saranno per tutti: trickle level, più che trickle down.

“La nostra idea è di colmare un vuoto che abbiamo riscontrato esserci in città – continua Pellegrini –; manca uno spazio al mercato e non solo dove mangiare a prezzi economici, magari con un range di prezzo tra i 10 e i 15 euro. Un locale che possa ospitare pranzi veloci di persone che non possono tornare a casa, oppure venire incontro alle esigenze di chi vuole rilassarsi a un aperitivo lungo, mangiando qualcosa e spendendo il giusto assieme ai propri amici senza dover traslocare in un ristorante”.