
Il sindaco Marcello Pierucci trattiene il presidente del consiglio Andrea Boccardo
"Io vado via. Vado via, vado via, vado via". Che la politica sia stressante, è fuori di dubbio, e recenti studi lo confermano. Che quasi quattro ore di consiglio comunale non abbiano lo stesso effetto benefico di una nuotata, è sacrosanto. E tuttavia, quel che è accaduto mercoledì in assise, proprio alle ultime battute, ha dell’incredibile.
Una vera e propria escalation di nervosismo di cui ha fatto le spese il presidente del consiglio comunale Andrea Boccardo, che prima ha alzato la voce, poi ha iniziato a sbracciare, e infine ha deciso di abbandonare la seduta, trattenuto a stento per un braccio dal sindaco Marcello Pierucci. Una ventina di secondi di “burnout“ poi prontamente rientrati, con Boccardo che ha recuperato il consueto aplomb istituzionale.
A scatenare le ire dell’esponente del Pd è stato il consigliere di Fratelli d’Italia Simone Frugoni. Si parlava di telecamere e della spicciolata di adolscenti indisciplinati che terrorizzano il capoluogo, tra l’altro manomettendo le centraline del gas. Il primo a inviperirsi è stato Frugoni, che ha accusato il sindaco di "farsi i cavoli suoi". Pierucci ha risposto a tono, e quando Frugoni ha provato a ribattere – nonostante il suo turno fosse finito – Boccardo non c’ha visto più, in un crescendo di sdegno culminato nella decisione (pro tempore) di abbandonare l’aula. "Non si può buttare in caciara – si è infervorato Boccardo –, è inutile fare i consigli comunali. Lei non può parlare... vado via, vado via, non mi interessa, vado via". C’è voluta la presa ferrea di Pierucci per trattenerlo. Poi, com’era arrivata, la sfuriata è passata.