Viareggio, 26 settembre 2024 – Con quell’irresistibile leggerezza dell’essere, che gli consente di sollevarsi da terra, verso i sogni, è arrivato ovunque ha voluto. A Santiago pedalando su una Graziellina; e a Capo Nord, da Viareggio, in “Ciao“. Con lo stesso cinquantino del 1984, senza ingrippare, un anno fa ha attraversato gli Stati Uniti, da New York a Los Angeles sulla Route 66. E adesso, spinto dalla convinzione che “ogni desiderio merita di essere inseguito”, l’ostinato viaggiatore Marco Tenerini è pronto, “ma nemmeno troppo”, per incamminarsi fino ai piedi del tetto del mondo. Da Kathmandu al campo base dell’Everest. Zaino in spalla.
Quattrocento chilometri, fino a 5mila d’altezza, da attraversare passo dopo passo in un mese scarso (quello delle ferie): “E la verità è che io – confessa – non ho mai fatto trekking in vita mia”. Ovviamente, perché il gusto del suo partire è anche affrontare i propri limiti. E per il momento, oltre alla preparazione, Marco non ha nemmeno una rotta precisa da seguire: “Andrò – dice – dove mi porteranno le indicazioni e gli sherpa”. Ma proprio l’ebrezza della sfida, da preparare ma non troppo, “mi ha fatto sentire le farfalle nello stomaco al solo pensiero, quell’emozione per qualcosa di bello che non ti fa dormire. E, che resti tra di noi, anche un po’ di strizza”.
L’unica certezza, al momento, è che domenica mattina (appuntamento alle 7.30) Tenerini partirà dall’edicola “Eden“ in Passeggiata per la sua nuova avventura. E col suo, ormai mitico, Ciao della Piaggio ribattezzato Ostinato, punterà verso Roma. L’indomani da Fiumicino volerà verso Khatmandu, “e da lì sarà tutta salita”. Nel vero senso della parola. L’ostinato viaggiatore avrebbe potuto prendere un volo interno per Lukla, da dove partono i percorsi attrezzati verso il Kala Pattar (il campo base dell’Everest), “Ma senza fatica – lo ha capito sul cammino per Santiago – non c’è felicità”. E Marco quella felicità, “quella che provi alla fine di un percorso, qualunque esso sia”, vuole conquistarsela chilometro per chilometro. Senza scorciatoie.
Per fare un po’ di allenamento nell’ultimo mese Tenerini, che ha 49 anni e di professione fa l’agente di commercio, “Con lo zaino, carico di libri per iniziare a prendere un po’ di confidenza anche con il peso sulle spalle, ho seguito gli amici per i monti a fare funghi”. Le Apuane non sono l’Himalaya, “Ma da qualche parte dovevo pure cominciare – come dargli torto –. E alla fine ne è uscita anche una bella pastasciutta”.
Una volta in Nepal, dove non arriveranno le gambe, Tenerini ci metterà quell’ostinazione che, ormai, oltre ad una cifra, è diventata un faro per non perdere la strada, un bastone a cui appoggiarsi, e anche un po’ d’ispirazione. L’idea di raccontare il viaggio sui social – sulla pagina Instagram, dove ogni tappa si conclude con una diretta – nasce infatti “Sia per condividere un’esperienza, che – prosegue – per invogliare le persone a mettersi in gioco”.
L’unica, in famiglia, a non avere alcun dubbio sulla riuscita della spedizione in solitaria è Eleonora, la compagna di Marco, “Lei crede che riuscirò a vedere la vetta dell’Everest, anche a costo di arrivarci in braccio ad un miccio”. Per il resto “Sono tutti un po’ titubanti”. Lui stesso ci lascia con la sua solita, buffa e scaramantica, disillusione, “Questa volta non lo so mica se arriverò a destinazione, mi sente anche un ginocchio...”. La missione, comunque, è riuscire a fare la colazione più alta del mondo. E noi ce lo immaginiamo già Marco, sul (sotto)tetto del mondo, a inzuppare i biscotti Gentilini nel caffellatte.
Ostinato (come) sempre.