DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Antenna, clima rovente. Partono le diffide

Gli avvocati hanno chiesto lo stop dei lavori alla Torraccia. Raccolte 300 firme, si uniscono. anche Pontestrada e Ponterosso.

Il cantiere della ditta che installerà l’antenna per conto di Iliad è partito una decina di giorni fa sul lato Viareggio del raccordo tra via Torraccia e Aurelia

Il cantiere della ditta che installerà l’antenna per conto di Iliad è partito una decina di giorni fa sul lato Viareggio del raccordo tra via Torraccia e Aurelia

Trecento firme già raccolte tra cittadini e attività commerciali, mobilitazione allargata a Pontestrada e Ponterosso, avvocati che mandano diffide e chiedono lo stop del cantiere. Altro che protesta: il "no" della Torraccia e dintorni alla nuova antenna della Iliad si sta trasformando in una polveriera. Sono passati ormai una decina di giorni da quando all’improvviso sono iniziati gli scavi lungo il raccordo che unisce via Torraccia e l’Aurelia, nei terreni lato Viareggio di un’azienda di marmo. E da quel giorno la mobilitazione è cresciuta in maniera esponenziale.

La petizione, necessaria per costituire il comitato, come detto ha raggiunto quota 300 firme, e la novità è che hanno aderito anche il comitato "Ponterosso nel cuore" e il Comitato di quartiere Pontestrada. "Siamo solidali – dice il presidente di Pontestrada Riccardo Buratti – in quanto i campi magnetici sono fonte di inquinamento. Senza contare che la nostra zona di inquinamento ne sa già qualcosa tra mezzi pesanti, polveri sottili e ferrovia". Che i firmatari siano agguerriti lo dimostra poi il coinvolgimento degli avvocati Simona Ricci Bonini e Diego Bonini, i quali hanno inviato diverse missive a nome di due privati, in attesa della costituzione del comitato. "Abbiamo diffidato la proprietaria del terreno – spiegano – e fatto un’istanza di accesso agli atti del Comune oltre a chiedere l’immediata sospensione dei lavori. Il fatto è che mancano le cautele che andavano rispettate, come l’informativa al vicinato. Inoltre chiediamo un incontro in quanto c’è in ballo la salute dei vicini, la tutela del paesaggio e il valore degli immobili, visti gli effetti a livello economico sulle proprietà. Abbiamo informato anche Arpat e Soprintendenza".

d.m.