Operaio morì in una cava Schiacciato da un macchinario Il giudice ordina maxi-perizia

Era il 28 ottobre 2020 quando Andrea Figaia, 59 anni, perse la vita nel sito estrattivo. Carrara e Stazzema proclamarono il lutto cittadino e i sindacati fecero sciopero.

I periti torneranno in quella cava dove si è consumato il dramma. Per ricostruire, punto per punto, la dinamica dell’incidente che il 28 ottobre 2020 costò la vita a Andrea Figaia, operaio di 59 anni di Avenza, nella cava di marmo Borra Larga a Levigliani. Tre sono gli indagati che il 5 giugno dovranno comparire in tribunale davanti al gup Antonia Aracri che, contestualmente all’udienza preliminare, ha richiesto l’incidente probatorio per avere l’esatta ’fotografia’ dell’incidente avvenuto sul luogo di lavoro. Un dramma che sconvolse le comunità di Carrara e Stazzema (in entrambe fu proclamato il lutto cittadino) scatenando lo sciopero dei sindacati che ribadirono il loro ’no’ alle morti sul lavoro. Secondo quanto era apparso dalla prima ricostruzione dell’accaduto, l’operaio era rimasto schiacciato tra una macchina - di quelle che si manovrano tramite un telecomando - e la parete rocciosa, riportando uno schiacciamento addominale purtroppo fatale. Sul posto immediatamente intervennnero i soccorritori del 118 Versilia con un’ambulanza e l’automedica di Querceta, ma, nonostante i tentativi di rianimarlo, l’operaio non riuscì a salvarsi. Sul posto anche i vigili del fuoco, i carabinieri, il Soccorso alpino e i tecnici della prevenzione dell’Asl Versilia per verificare se fossero state rispettate tutte le procedure previste per la sicurezza nelle cave di marmo. Adesso spetterà ad un pool di tecnici tornare in quella cava sul Monte Corchia per ricostruire dal punto di vista tecnico – con analisi attenta anche del macchinario – la causa esatta che ha portato Andrea Figaia alla morte.

Fra.Na.