
Il carrista è stato invitato dall’archistar Boeri all’Esposizione Internazionale . Per l’occasione ha realizzato 4 animali in via d’estinzione a grandezza naturale. "Rappresentano le disuguaglianze che segnano la nostra relazione con la natura" .
Sono destinate a scomparire sotto ai nostri occhi, a farsi divorare dal tempo e dagli agenti atmosferici per testimoniare plasticamente "La fragilità del futuro". Questo è il messaggio che le quattro opere monumentali in cartapesta realizzate dal carrista Jacopo Allegrucci lanciano dalla Triennale di Milano nell’ambito della ventiquattresima edizione dell’Esposizione Internazionale, a cui partecipano designer, architetti, studiosi, scienziati e artisti da tutto il mondo invitati a confrontarsi con un tema chiave della contemporaneità. Ed è sulle disuguaglianze politiche e geopolitiche – economiche, di genere, di origine, di prospettive – che si spinge il confronto di questa ventiquattresima edizione intitolata “Inequalities. How to mend the fractures of humanity“. Che va a chiudere una trilogia iniziata nel 2019 con “Broken Nature“, che ha affrontato i temi della sostenibilità, proseguita nel 2022 con “Unknown Unknowns“ sui misteri dell’universo, dallo spazio cosmico fino alla scala invisibile dei virus.
Su invito del presidente della Triennale, l’architetto e urbanista Stefano Boeri (che su incarico del Comune di Viareggio sta lavorando alla realizzazione del nuovo piano urbanistico della città), Allegrucci ha ideato per l’Esposizione il ciclo "La fragilità del futuro" con quattro animali a grandezza naturale in cartapesta, foderati con la tecnica del collage, "che – spiega l’autore – rappresentano quattro specie in via di estinzione: la balenottera azzurra, l’elefante della Namibia, la giraffa di Rothschild e l’ippopotamo". Ogni mese e mezzo si alterneranno, montate su un basamento all’ingresso del tempio del design, fino al termine dell’Esposizione.
Questa produzione "esprime una riflessione urgente sulla fragilità della nostra realtà ecologica e – spiega il curatore dell’artista viareggino, Tommaso Tovaglieri – sulle disuguaglianze che segnano la nostra relazione con il mondo naturale". E dunque traendo spunto dal processo di deperimento dei materiali, "le quattro opere – prosegue Tovaglieri – rappresentano un potente simbolo delle fratture ambientali e sociali che minacciano l’equilibrio della Terra. L’artista, riproducendo alcune specie animali a rischio di estinzione, crea un parallelismo con la condizione fragile e temporanea della materia che le costituisce".
La cartapesta, materiale riciclabile e viareggino per eccellenza, diventa così simbolo di vulnerabilità e deperimento destinato a subire i segni del tempo, soprattutto quando esposto direttamente agli agenti atmosferici.
Martina Del Chicca