
Quello pseudo-circolo bar ristorante in realtà non esisteva. Eppure venivano fatti sempre più contratti di assunzione a extracomunitari per garantire loro il rinnovo del permesso di soggiorno o cassa integrazione, bonus e indennità di disoccupazione. Un giro fraudolento che è stato smantellato dalla guardia di finanza: le fiamme gialle hanno arrestato 42 persone nell’ambito di un attento monitoraggio sul corretto utilizzo dei fondi pubblici erogati a sostegno dell’economia e, in particolare, delle fasce deboli. Dovranno rispondere di truffa ai danni degli enti previdenziali, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falso per un illecito profitto e un danno cagionato alle casse dello Stato superiore ai 100mila euro.
Il meccanismo è stato architettato da un cinquantenne di origini siciliane residente a Viareggio con la complicità di un consulente del lavoro di Livorno. In particolare, il primo aveva costituito una onlus no profit, della quale era presidente, con sede fasulla in un condominio del quartiere Migliarina. Dal 2019 venivano stipulati fittizi contratti di assunzione di personale nei confronti di cittadini extracomunitari (per lo più nigeriani e nord africani oltre a pochi italiani), al solo fine di consentire loro l’accesso alla cassa integrazione o all’indennità di disoccupazione e, in alcuni casi, ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno. L’associazione no profit era operativa solo sulla carta, ma di fatto sprovvista di locali per l’attività, di mezzi e di un’organizzazione. Eppure assumeva, in modo crescente personale fino a dicembre 2020 con presunte mansioni di barista, cameriere, lavapiatti, cuoco o addetto alle pulizie. L’assunzione (incrementata dal passaparola tra stranieri) veniva poi formalizzata con contratti e buste paga appositamente predisposti dal professionista di Livorno. Successivamente, la documentazione veniva utilizzata per richiedere all’Inps prestazioni a sostegno del reddito quali la NaspI, la cassa integrazione e il bonus Renzi. In talune circostanze è stato appurato che i contratti e le buste paga fittizie venivano presentati anche al commissariato di polizia per il rinnovo dei permessi di soggiorno.
"Da quando è esplosa l’emergenza sanitaria – spiega il comandante Armando Modesto della guardia di fnanza di Viareggio – le erogazioni a chi documentava una situazione di criticità economica sono state monitorate ancora più attentamente
ed è apparso singolare che diversi soggetti che ottenevano indennità avevano rapporti di lavoro tutti con la onlus che risultava non operativa. L’intervento tempestivo ha permesso di interrompere la frode ed evitare che la condotta illecita si concretizzasse oltremodo, in quanto l’Inps non ha poi dato seguito alle ulteriori istanze che erano già state avanzate dai finti-dipendenti per ottenere altri contributi pubblici che avrebbero fatto salire la ifra dei 100mila euro già erogati".
Francesca Navari