Tornano le prove scritte alla Maturità e scoppia la protesta degli studenti. Tra scetticismo, ansia e insoddisfazione, il ritorno ad una prova quasi normale non piace a nessuno perché i maturandi che – va ricordato - hanno alle spalle due anni di didattica a distanza, non si sentono pronti "ad affrontare un esame canonico".
Ma c’è anche chi, al contrario dei suoi coetanei, apprezza la scelta del ministro Bianchi. È il caso di Nicolò Bertoli, studente della 5D al Liceo Barsanti e Matteucci che esordisce: "Se deve essere normalità, che lo sia a tutti gli effetti. Dunque sono favore alla scelta del ministero, soprattutto riguardo la seconda prova, in quanto ritengo che possa essere in primis un passo verso il ritorno alla “normalità” e, in secondo luogo, un momento di crescita per gli studenti che, in questo modo e come è giusto che sia, possono mettersi alla prova con un test riguardante la materia d’indirizzo. Allo stesso tempo, però, ritengo che questa indicazione avrebbero potuto comunicarcela con largo anticipo e non a febbraio".
"Io invece credo che sia stata una scelta ingiusta – dice Marta Sepich rappresentante d’Istituto del Liceo Scientifico . Abbiamo passato quasi due anni in Dad o costretti a venire a scuola un giorno sì e uno no. Comprendiamo che gli anni scorsi la scelta del maxi-orale serviva ad evitare contagi, ma noi, che siamo proprio quelli maggiormente penalizzati, ci troviamo costretti a fare un esame normale. Gli adulti non potranno mai capire che difficoltà abbiamo avuto: ci siamo ritrovati a passare mesi e mesi chiusi in casa senza poter uscire e socializzare. È stato un trauma. Un esame orale sarebbe stata una giusta soluzione, ma anche l’inserimento della prima prova scritta di italiano era stata accettato dalla maggior parte degli studenti e degli insegnanti. Questa procedura dimostra, ancora una volta, l’indifferenza degli adulti nei nostri confronti". "Eravamo convinti di fare solo il colloquio orale – ammette Rebecca Silicani della 5Bls al Liceo sportivo-, anche perché abbiamo fatto due anni in Dad, proprio quelli in cui ci si preparava ad affrontare l’esame “classico”. Siamo stati i più colpiti e nessuno si sarebbe aspettato questo. La scuola a distanza è stata difficile e questa nuova decisione ha reso tutti più preoccupati".
"Nessuno di noi ragazzi – commenta sbalordito Federico Benedetti della 5Sia al Piaggia - si aspettava di dover affrontare due prove scritte all’esame di Maturità. E adesso siamo veramente preoccupati di non essere preparati a sufficienza per sostenere le due prove scritte. Anche durante quest’ anno scolastico, inoltre, diverse classi hanno dovuto affrontare periodi di Dad e, nonostante il grande impegno dei nostri insegnanti, non è come essere in classe. È sicuramente giusto tornare pian piano alla normalità, ma non siamo sicuri che fosse questo il momento giusto, dato che la Dad per molti non è ancora finita. Tutti noi maturandi ci auguriamo che le commissioni d’esame tengano conto di questi aspetti e ci vengano incontro il più possibile. Insomma – conclude - siamo tutti desiderosi di far bene il nostro esame ma, allo stesso tempo un po’ preoccupati". "Negli anni passati abbiamo perso un periodo decisivo del nostro percorso scolastico – sottolinea Emanuele Giordano della 5CCV del Nautico -. Personalmente essendo in una classe poco numerosa, non ho risentito molto della situazione causata dal Covid, ma immagino che non sia così per molti altri studenti che magari si ritrovano ad aver saltato programmi interi e dover studiare tutto da zero. Per loro un esame normale rappresenterà un ostacolo impegnativo da valicare". "Prima di ripristinare un esame “normale” – conclude Matteo Perugini della 5Cai all’Artiglio – chi di dovere avrebbe dovuto controllare se la situazione scolastica fosse “normale”, perché tra professori assenti, quelli sospesi, i supplenti che ruotano e due anni di Dad, noi studenti non siamo pronti ad affrontare questa Maturità. Poi non abbiamo fatto neanche l’alternanza scuola lavoro che per il nostro settore è fondamentale".
Eleonora Prayer