CHIARA SACCHETTI
Cronaca

Viareggio, chiude un altro negozio: “C’è un’atmosfera diversa in Darsena, prevale l’individualismo”

Yacthingwear in via Coppino 68 abbassa la saracinesca. Le sorelle Cristina e Stefania Rindi: “Nostro padre è ormai molto anziano. Ci dispiace molto, ma non ci sono alternative”

Le sorelle Cristina e Stefania Rindi, titolari del negozio “Yacthingwear”

Le sorelle Cristina e Stefania Rindi, titolari del negozio “Yacthingwear”

Viareggio, 11 giugno 2025 – Una storia molto lunga che sta per concludersi, quella del negozio Yacthingwear di via Coppino 68, gestito dalla famiglia Rindi, specializzato in abbigliamento per la nautica. Stefania e Cristina sono le due sorelle titolari, ma l’attività fu avviata dal padre Saverio, 87 anni, che a soli 17 cominciò la sua avventura nella bottega del nonno. “Mio nonno aveva un negozio dove vendeva un po’ di tutto, in via Cairoli – racconta Stefania – ma era conosciuto soprattutto per i jeans. Nostro padre cominciò con lui, ma poi ebbe l’idea di cercare aziende che producessero abbigliamento per la nautica, proprio per gli equipaggi degli yacht. Così nel 1976 insieme a nostra madre, Grazia Landucci, aprì il primo negozio in via Coppino di abbigliamento specializzato, poi nel 1987 acquistammo il fondo dove si trova l’attuale negozio e anche noi figlie cominciammo a lavorarci”.

Un abbigliamento sportivo ma elegante che poteva piacere a tutti?

“Certo trattavamo camicie, pantaloni, scarpe, maglie per gli equipaggi – continua Stefania – ma anche marche che piacevano a tutti come Paul and Shark, Slam, North Sails, avevamo una clientela molto varia e affezionata”.

Nomi illustri di armatori saranno passati da voi?

“Abbiamo avuto Valentino, Armani, l’Aga Khan, perché noi siamo stati veramente i primi. Adesso qualsiasi negozio che venda vernici per le barche, ha un corner con l’abbigliamento, non esiste più la specializzazione. Si vende molto attraverso la rete, il mondo del commercio è cambiato”si sfoga ancora Stefania. Le fa eco la sorella Cristina: “Ad esempio i colori per il mare erano prima bianco e blu, molto eleganti. Le scarpe erano quelle allacciate e i mocassini per la sera, sempre di colore scuro. Adesso si va dietro alla moda con grigio chiaro, grigio scuro e persino marrone, se si intona con gli interni dello yacht, è cambiato il rapporto con la clientela: l’armatore veniva di persona, si faceva consigliare, adesso gli equipaggi sono quasi del tutto stranieri, vengono solo per farsi fare un preventivo”.

Vedo nel negozio una foto del titolare Saverio vicino ad una macchina per il ricamo, allora una novità?

A Viareggio non ce l’aveva nessuno – dice fiera Cristina – mio padre aveva una ricamatrice storica, Ilva, che faceva delle etichette che potevano essere spostate da un capo all’altro, ma nel 1987 comprò la macchina per ricamare e divenne più facile personalizzare ogni capo di abbigliamento”.

La decisione di chiudere l’attività si capisce che sia sofferta, quali le cause?

“Mio padre è ormai molto anziano e noi registriamo un’atmosfera diversa anche nella stessa Darsena. Una volta – dice Cristina – ci si aiutava, ci si metteva d’accordo sulle cose da vendere, oggi prevale l’individualismo. Via Coppino è piena di ristoranti e simili, si è perso lo spirito collaborativo della Darsena. Ci dispiace sicuramente chiudere, ma non c’erano alternative”.