REDAZIONE VIAREGGIO

Scopre il tumore dopo un banale incidente in motorino, muore padre di tre figli

Edoardo D'Onofrio, artigiano, aveva solo 51 anni. Amava lo sport e la sua bellissima famiglia

Edoardo D’Onofrio lascia moglie e tre figli

Viareggio, 30 maggio 2017 - Aveva una grande forza Edo. Forza fisica. Ma anche mentale e morale. E questa sua forza interiore – unita a una grande fede cristiana – gli ha consentito di affrontare con grande dignità i mesi terribili della malattia. Un tumore che gli aveva minato il fisico, ma che non era riuscito a scalfirne lo spirito. Neppure un briciolo, neppure per un solo momento. Neppure adesso che Edoardo D’Onofrio, artigiano 51enne, non c’è più.

Di lui resterà il ricordo di una persona squisita, lavoratore e padre di famiglia. Lascia la moglie Rossana Bemi e tre figli, Gianna di 31 anni, Cristina di 23 e Alberto di 16 che gli sono rimasti accanto fino all’ultimo momento. Come gli sono rimasti vicino il fratello Antonio e le sorelle Fortunata e Patrizia. E’ stato un banale incidente in motorino un paio di anni fa a metterlo di fronte alla cruda realtà: gli esami medici evidenziarono in quell’occasione un tumore già in stato avanzato. Le esequie si sono già svolte nella chiesa di S.Andrea officiate da don Luigi Sonnenfeld, che era diventato per lui una sorta di padre spirituale e che ha speso parole bellissime per ricordarlo. "Mio marito – dice la moglie Rossana – si era avvicinato moltissimo alla fede. E questo lo ha molto aiutato, perché ha iniziato ad assaporare il piacere di tutte le cose. E lo ha aiutato a infondere messaggi d’amore a tutti noi, parenti e amici". Con quella serenità d’animo e quel sorriso che ha caratterizzato tutta la sua vita.

Edoardo aveva origini umili, ma ha sempre avuto una grande nobiltà d’animo. Di fronte alle avversità, non si è mai tirato indietro. Si è sempre rimboccato le maniche. Ha fatto per anni l’operaio in Darsena, alla Versilcraft dove lavorava come resinatore. Poi si è messo in proprio ed è stato un artigiano nel settore edile anche insieme al fratello Antonio.

Amava moltissimo lo sport. E’ stato fra i primi a praticare la kick boxing, specialità nella quale sapeva eccellere anche a livello nazionale. Dare botte su un ring è stato forse il modo migliore per rispondere ai pugni che la vita gli dava. Pugni che avrebbero potuto stendere chiunque. Aveva perso il padre in un incidente stradale quando aveva 17 anni e poi ha visto morire una sorella di 35 anni stroncata, come lui, da una malattia. Disgrazie che ne hanno forgiato il carattere. La famiglia è sempre stata la sua stella polare e la cultura del lavoro quasi una religione, consapevole com’era di quanto fosse importante per tirare avanti.

La sua passione per il calcio lo aveva portato anche a praticare questo sport. Era un difensore arcigno che ha militato per anni nel campionato amatoriale Uisp, giocando soprattutto nella Darsena. Era una persona speciale Edoardo, educato e gentile, sereno e sorridente. Ma con un carattere e una tempra che è difficile trovare in altre persone.

Paolo Di Grazia