REDAZIONE VIAREGGIO

Trovata morta all’alba su un marciapiede, le indagini

Un probabile malore all’origine del decesso che risale a circa due ore prima dal ritrovamento da parte di un operatore ecologico

I carabinieri indagano sul decesso di una donna di 57 anni

Viareggio, 13 novembre 2021 - La bicicletta era poggiata sulla facciata di una casa, il corpo rannicchiato sul marciapiede e riparato della fioriere del ristorante "L’Angolino". Di lei si è accorto un operatore ecologico; era di turno per la raccolta porta a porta ed erano da poco passate le sei del mattino. In un primo momento ha pensato che quella donna, accovacciata su se stessa, sotto la veranda del locale, stesse solo riposando. Capita purtroppo spesso, a chi attraversa la città all’alba, di incontrare persone che dormono per strada, negli angoli più riparati della città. Ma quel sonno è apparso subito troppo profondo, e quando l’operatore di Sea si è avvicinato si è accorto che la donna non si muoveva. Nemmeno un cenno impercettibile o un un respiro. E a quel punto ha compreso la tragedia, ha capito che era morta. 

Così è scattata la richiesta di soccorso al centralino del 118, e quando gli operatori sanitari dell’automedica e della Croce Verde sono arrivati sul posto – all’angolo tra la via IV novembre e via Verdi – non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. La vittima si chiamava Elisabetta Sozio; aveva 57 anni e viveva in centro. In molti la conoscevano, "ma solo di vista" racconta un residente. A chi vive intorno alla piazza del mercato capitava infatti di incontrarla, soprattutto la sera. Di vederla passeggiare, a volte in bicicletta. Un vita complessa quella di Elisabetta; fatta di grandi gioie, di momenti belli, ma anche di grandi fragilità, di momenti difficili. E ad ucciderla, secondo i carabinieri della compagnia di Viareggio, diretti dal comandante Edoardo Cetola, sarebbe stato un malore

Escluso dunque il coinvolgimento di terzi, da una ricognizione esterna del corpo non sono infatti emersi segni evidenti di violenza. L’ipotesi più attendibile è che Elisabetta si sia sentita male, all’incirca due ore prima che l’operatore di Sea rinvenisse il suo corpo. Che abbia appoggiato la bicicletta al muro, e poi si sia accasciata a terra senza avere il tempo di chiedere aiuto. Nel cuore della notte, con le strade ormai deserte. E quando il suo corpo, alle prime luci del giorno, è stato rinvenuto era ormai già troppo tardi. Troppo tardi per ogni intervento salvavita; secondo gli inquirenti il decesso risalirebbe infatti intorno alle quattro del mattino. E quando è sorto il sole, quando la città ha ricominciato a vivere, tra lavoro, scuola, compere, nella sua routine frenetica, il corpo di Elisabetta era ancora lì, coperto da alcuni teli con cui i carabinieri hanno avvolto la veranda del ristorante per proteggere quel dolore. 

Il magistrato di turno, Enrico Corucci, ha disposto l’autopsia, per chiarire l’origine del decesso. Così la salma, al termine degli accertamenti sul posto, è stata trasferita all’obitorio di Lucca, dove il medico legale incaricato dalla procura svolgerà l’esame già nelle prossime ore. Dai risultati sarà possibile stabilire cosa ha ucciso Elisabetta Sozio, Mentre le indagini comunque proseguono anche per capire se al momento del malore, la donna, era da sola. 

Martina Del Chicca