Miraggio: distretto nautico toscano: "Lontana l’integrazione tra gli enti"

Poerio: "Cantieristica in crescita da Carrara a Livorno, ma le istituzioni devono sostenere le imprese"

Miraggio: distretto nautico toscano: "Lontana l’integrazione tra gli enti"

Miraggio: distretto nautico toscano: "Lontana l’integrazione tra gli enti"

Nautica: una "gabbianella" dalle uova d’oro, che però ha imparato a deporle su mezza costa toscana. Il primato di Viareggio resta, ma ogni ritardo per lo sviluppo del porto ha ripercussioni su un distretto nautico che va da Livorno a Carrara. L’ingegnere Vincenzo Poerio, presidente del Distretto tecnologico e della portualità della Regione Toscana, sottolinea l’integrazione industriale ma anche i problemi dei rapporti tra istituzioni. Forse sueprati, visto che stamani il presodente della Regione Giani e il sindaco Del Ghingaro firmano il nuovo accordo di programma.

Porto di Viareggio: qual è lo stato dell’arte?

“Il mercato della nautica negli ultimi 3 anni in Italia è cresciuto superando i 6 miliardi di euro e le previsioni sono di stabilità e positive per i prossimi anni. Viareggio rimane storicamente il centro dell’industria nautica, ma oggi l’attività operativa è distribuita su un ampio distretto che abbraccia le province di Lucca, Pisa, Livorno, Massa Carrara e La Spezia: qui si produce il 50% dei megayachts costruiti in Italia. Nonostante i tanti problemi di Viareggio, gli imprenditori locali sono impegnati al massimo raggiungendo ottimi risultati. Peccato tanti ritardi istituzionali abbiano causato la perdita di grosse opportunità di crescita, di immagine e di credibilità internazionale. Gli operatori attendono con fiducia di essere affiancati in questo positivo momento da tutte le istituzioni".

Siamo ancora leader?

“Il nostro settore ha coinvolto gradualmente tutta l’Italia. La Toscana continua a mantenere la leadership, ma si registra una forte affermazione di molte altre regioni italiane. Ciò nonostante le prospettive sono positive ed è il momento di consolidare ed investire su ricerca, sviluppo e formazione del personale.

Le aziende applicano soluzioni tecnologiche come propulsione elettrica ibrida, fuel cell e motori a biofuel, che però non sono ancora in condizione di sostituire la propulsione tradizionale e di avere zero emissioni. Ci vorranno ancora alcuni anni per sviluppare le tecnologie e ridurre gli sprechi migliorando l’efficienza del sistema propulsivo e dello scafo”.

Il gravoso problema del fine vita degli yacht e in particolare della vetroresina, è trattato adeguatamente in Italia?

“La sostenibilità è affrontata con serietà dal settore nautico e diversi progetti sono attivi. Esiste una fondazione a cui partecipano moltissime aziende nazionali ed internazionali e speciale attenzione va nell’utilizzo di materiali riciclabili, che è più facile nella costruzione di unità con strutture metalliche e più complesso per l’utilizzo della vetroresina. Per lo smaltimento di quest’ultima, uno degli studi prevede l’utilizzo come inerte per altri settori”.

Come procede il suo progetto di integrazione tra i distretti nautici toscano e ligure, e come sta lavorando la Fondazione Isyl per i giovani specializzandi?

“Dal punto di vista industriale l’integrazione è già esistente ed è fortemente operativa. Siamo ancora lontani dall’obbiettivo di una proficua collaborazione fra le istituzioni per favorire la crescita e le opportunità del settore, mettendo a fattore comune le risorse e facendo efficienza. La fondazione Isyl (Its academy per la mobilità sostenibile) è operativa da più di 8 anni per formare i giovani da impiegare nel settore nautico nei ruoli intermedi . Grazie ai fondi in corso di finanziamento da parte dello stato, potremmo sviluppare laboratori e nuovi corsi. In parallelo grazie alla collaborazione fra Isyl e Navigo si sta sviluppando l’attività di formazione universitaria Gioya, con l’università di Malta e quella per la formazione dei mestieri, importante per tutta la filiera del settore nautico”.

Walter Strata