REDAZIONE VIAREGGIO

"Mamma, che sasso è?" Quel ragazzo curioso come "Indiana Jones"

Non ricorda il giorno esatto in cui si è ritrovata una balena in casa; però Cecilia Vannucci ricorda il momento di questa straordinaria, e all’epoca inconsapevole, scoperta. "Ero tornata a casa dal lavoro – è la titolare dell’erboristeria Funel –; e trovai mio figlio con un misterioso oggetto in mano. “Mamma. Guarda che sasso strano, e poi senti com’è leggero...“ mi disse". Nonostante Cecilia avesse detto al figlio di non uscire; lui, che nel 2007 era un adolescente, richiamato dai trattori e dalla ruspe all’opera nei campi di Bicchio, tra i canneti di fronte a casa, era corso fuori a curiosare. E tra il terreno smosso trovò quella che, qualche giorno più tardi, grazie alla veterinaria Ines Marabotti, un’amica di famiglia, Cecilia scoprì essere una vertebra.

"Furono giorni divertentissimi – prosegue Cecilia –: i miei figli insieme ai loro amici passavano i pomeriggi a sfogliare le enciclopedie ( i pc e la connessione erano ancora un lusso ndr) per cercare di capire a quale animale appartenesse quell’osso". E partorirono le ipotesi più strampalate, anche che fosse di un dinosauro. "Una sera, per risolvere questo mistero, telefonai al professor Paolo Emilio Tomei. E fu lui – aggiunge – a dirmi che, senza ombra di dubbio, si trattava della vertebra di un cetaceo: “Infondo qui c’era il mare“ mi fece notare". Così Cecilia si ritrovò con una balena in casa, e una domanda altrettanto grossa: "Adesso che facciamo?". Fu l’archeologa Francesca Anichini a seguire tutta la pratica burocratica; dalla denuncia, in quanto reperto storico, alla segnalazione al biologo Paolo Ercolini, che ha cercato in tutti questi anni i canali per portare alle luce il fossile. E fu lei, l’archeologa Anichini, a battezzare quella balena interrata nei campi di Bicchio. Come la carezza che si infrangeva fin lì, come la maschera di Viareggio: "Ondina, anzi Ondona". Da oltre 15 anni Cecilia custodisce quella vertebra; "E se questa scoperta è stata fatta – dice – è perché un tempo i ragazzi erano liberi di giocare nei campi. Per tanti anni le amministrazioni hanno ignorato questa storia. Ma adesso che c’è il progetto di realizzare proprio qui la nuova piscina, dov’è interrata la balenottera, allora qualcosa si è mosso. Che poi mi chiedo perché, con tanti spazi inutilizzati, sia necessario costruire ancora. Togliendo anche l’ultimo spazio di campagna rimasto... "

mdc