L’ultimo abbraccio: "Una morte che sgomenta. Non vi dimenticheremo"

Una folla commossa ai funerali di Andrea Pardini e Giorgio Montemagni. Il parroco: "Anche Gesù pianse davanti a Lazzaro, ma poi ha donato vita eterna".

TORRE DEL LAGO

Era più lunga del solito, ieri pomeriggio, la fila di macchine sulla strada che porta a Torre del Lago. Spuntavano da ogni angolo, da ogni via, auto e pedoni, tutti diretti nella stessa direzione. La Parrocchia di San Giuseppe, dove si sono tenute le esequie di Andrea Pardini e Giorgio Montemagni, i due cacciatori scomparsi tre giorni fa sul lago di Massaciuccoli, pullulava di persone ancora prima dell’inizio dei funerali.

Migliaia di amici, conoscenti e semplici compaesani hanno affollato la chiesa e il suo sagrato. Tra chi, silenziosamente e rispettosamente, ha scelto di rimanere fuori e chi, timidamente, ha cercato tra la ressa un angolo vuoto per poter assistere alla funzione religiosa. Una funzione unica, congiunta, in cui Andrea e Giorgio, per l’ultima volta, sono stati l’uno di fianco all’altro. Come su quel barchino su cui condividevano, da sempre, la passione per la caccia e su cui, da sempre, si addentravano per le acque tra Torre del Lago e Massaciuccoli con i loro fucili e le loro attrezzature. Quella barca e quelle acque che i due amici conoscevano come le loro tasche, che erano abituati ad attraversare alla ricerca di anatre e fagiani. Come stavano facendo nella loro consueta gita domenicale, che però se li è portati via per sempre.

Che sia stato il fato, la sfortuna, o chicchessia, le dinamiche del ribaltamento ancora non sono chiare. Ma chiaro è il vuoto e lo sgomento che questa tragedia ha lasciato, tra le famiglie, gli amici e l’intera città. Città che non ha mancato di mostrare, durante le onoranze funebri di ieri, il proprio sostegno e la propria partecipazione al dolore, profondo e inaspettato, dei familiari.

Un corteo di sguardi bassi e di silenzioso rispetto ha accompagnato le salme e il saluto finale a Giorgio e Andrea, ricordati nella loro bontà, nei loro sorrisi accoglienti e nella loro dedizione e impegno al lavoro dalle parole sussurrate dai concittadini fuori la Chiesa e da quelle dei funzionari religiosi.

"Gesù di fronte alla morte dell’amico Lazzaro si commosse profondamente – ha sottolineato il prete celebrante – una commozione quasi arrabbiata e disperata davanti ad una morte così indesiderata e imprevista. Ma da cui ha trovato la resurrezione e la vita eterna".

Una morte indesiderata e imprevista, come quella di Andrea e Giorgio, che ha scosso e colto all’improvviso chi li amava, li conosceva o semplicemente li vedeva, con la loro caratteristica spensieratezza, in giro. Un lutto che lascia, chi rimane, nello sconforto, nello strazio e nello smarrimento per la perdita di una persona e di un legame ormai andato. Ma se una vita oltre la vita c’è, e ci si crede, allora forse c’è anche la speranza. Di un ricongiungimento e di un legame che, alla fine, non si interromperà mai.

Gaia Parrini