
di Martina Del Chicca
Scottava quell’orologio, più della sabbia in questi giorni roventi. E per questo quel Richard Mille unico al mondo è rimasto a lungo chiuso in cassetto; per poi essere svenduto al mercato della ricettazione, secondo le prime indiscrezioni, ad un decimo del suo valore. L’orologio in questione è quello di Charles Leclerc – un modello dal valore stimato in 2 milioni di euro – che una coppia di scippatori in trasferta è riuscita a sfilare dal polso del pilota di Formula Uno la sera di Pasquetta, in via Salvatori, con la scusa di una foto ricordo.
L’alfiere del “Cavallino“ aveva trascorso la giornata con il suo personal trainer, il viareggino Andrea Ferrari, sfrecciando con il suo inconfondibile Ferrari nero opaco – il numero 16 sulla fiancata e due bande bianche e rosse, come i colori della bandiera monegasca – da Viareggio fino al Forte. Prestandosi a saluti e foto ricordo, senza snobismo.
E così, col sorriso, si è concesso ai due finti fan che l’hanno avvicinato in via Salvatori, nel buio più completo per un guasto al sistema di illuminazione pubblica, e che hanno approfittato del contatto per appropriarsi dell’orologio, realizzato a mano e caratterizzato dalla firma di Leclerc incisa sulla cassa del cronografo. Poi la fuga in scooter, tallonata dal pilota che col Ferrari ha tentato di raggiungere la coppia. Persa però quando i due hanno imboccato i vialetti della Pineta di Levante.
Ad arrivare alla banda, fino al Cavone di Napoli, sarebbero riusciti però gli inquirenti della Questura partenopea grazie alle soffiate raccolte dalla polizia da informatori inseriti negli ambienti della criminalità locale. Secondo quanto trapela a compiere il furto sarebbe stata infatti una banda di tre ladri di origini napoletane specializzati nelle trasferte, non ancora arrestati ma per il momento indagati per ricettazione. E solo dopo il colpo, una volta rientrati alle base, i malviventi si sarebbero accorti che quello rubato non era un comune orologio di lusso, ma un rarissimo cronografo tanto costoso quanto inconfondibile. I tre si sarebbero infatti rivolti a un esperto ricettatore, operativo tra il Covone e i Quartieri Spagnoli, che tratta prodotti di lusso rubati. Ma anche per lui, quel Richard Mille da due milioni, era troppo da poter piazzare. Anzi, troppo rischioso visto il proprietario, l’eco del colpo rimbalzato in tutto il mondo e la riconoscibilità dell’orologio. E così il prezioso gioiello sarebbe dunque rimasto custodito a Napoli per qualche tempo, prima di varcare il confine del Paese e arrivare al polso di un imprenditore iberico. L’orologio sarebbe stato venduto a un prezzo molto più basso rispetto alla sua reale valutazione: circa duecentomila euro.