REDAZIONE VIAREGGIO

Lo studio dell’Ateneo Tra impatto antropico e mutazioni del clima

Partecipò alla scoperta del “signore dei mari artici“ nella campagne intorno a Grosseto, resti fossili di un cetaceo che si credeva impossibile nuotasse in un tempo lontanissimo lungo le coste italiane e ritrovati invece nel 2019 in una cava di Arcille. E oggi il paleontologo Giovanni Bianucci, professore del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, guida il gruppo di studiosi che si occuperà del recupero dello scheletro subfossile della balenottera Ondona, tra i campi del Cotone. "Lo scheletro di questa balenottera – spiega il professor Bianucci – riveste una grande importanza scientifica, didattica e mediatica per diversi motivi legati principalmente alle sue enormi dimensioni".

"In particolare – prosegue il paleontologo – rappresenta un tassello importante per ricostruire gli effetti dell’impatto antropico e della recente evoluzione climatica sull’ecosistema Mediterraneo. Supporta infatti l’ipotesi, avvallata da alcuni ritrovamenti fossili e archeologici, che in passato le balene del Mediterraneo fossero più grandi e diversificate di quelle attuali. Le balene sono oggi considerate “gli ingegneri del mare“ poiché la loro presenza è fondamentale per la stabilità degli ecosistemi marini e pertanto le azioni finalizzate alla loro conservazione, dalla messa al bando della caccia alla protezione delle aree di maggior frequentazione di questi grandi cetacei, sono molto importanti. Altrettanto significative sono però le campagne di sensibilizzazione e tutte quelle azioni che contribuiscono a portare il grande pubblico a conoscenza di temi così attuali".

Partendo da questa premesse, da oltre un anno, è stato costituito un gruppo di lavoro che mette insieme le diverse competenze scientifiche e tecnologiche necessarie al recupero dello scheletro della balenottera e che ricadono nell’ambito della paleontologia, geologia, geomorfologia. Parteciperanno alla scavo alcuni ricercatori dell’università di Pisa (tra cui la professoressa Monica Bini e il dottor Alberto Collareta) e il Gruppo Geomineralogico Gamps di Scandicci, che da anni collabora con l’Ateneo per il recupero dei vertebrati fossili. Il Comune di Viareggio ha dato l’ok alle operazioni, e inoltrerà un’istanza di concessione per attività di scavo al Ministero della Cultura, alla Direzione Generale Archeologia e alle Belle Arti.