
Gli studenti viareggini, da noi intervistati, criticano la decisione del ministro. Valditara di vietare anche nelle scuole superiori l’utilizzo degli smartphone.
Il divieto dell’uso dei cellulari a scuola non piace agli studenti. Il ministro Valditara ha pubblicato una circolare che stabilisce il divieto, anche alla secondaria di secondo grado, dell’utilizzo degli smartphone e altri dispositivi personali durante l’orario scolastico, basandosi su studi scientifici che evidenziano gli effetti negativi di un uso eccessivo sulla salute. Ma gli alunni non l’hanno presa bene. "Il telefono è diventato come il diavolo – esordisce Matteo Posarelli, rappresentante d’istituto al Barsanti e Matteucci –. Da quest’anno l’utilizzo del cellulare a scuola avrà ancora più restrizioni. Un divieto che era già in essere ma che adesso viene riproposto dal ministro e costringerà gli studenti a riporre il proprio cellulare nelle famose ‘tasche’ comprate apposta per il trionfale momento della consegna dei cellulari, eppure, nel 2025, dovremmo comprendere che l’apprendimento digitale deve essere al centro della nostra scuola. Ci dovrebbero essere sempre più attività multimediali ed interattive per avvicinarci ad un mondo che va sempre più in questa direzione. Spero che la nostra scuola metta in atto progetti per l’utilizzo dello smartphone almeno per le attività didattiche, altrimenti sarebbe un passo indietro".
"Secondo me il divieto dei cellulari a scuola è una misura che non era indispensabile – commenta Leonard Poka della 5^G del liceo scientifico – comunque credo anche che non porterà effetti negativi, ma anzi potrebbe aumentare la concentrazione degli studenti che tante volte al cambio dell’ora o a ricreazione andavamo a controllare i messaggi".
"Proibire l’utilizzo dei cellulari agli studenti – dice Aurora Mattei del Galilei Artiglio – non è propedeutico alla convivenza con tutto il personale scolastico, perché nel 2025 il telefono per scopi didattici può risultare utile. È discrezione dell’insegnante proibire l’utilizzo del telefono, o accettarlo in altre. Dovrebbe essere fatta una rettifica sul regolamento scolastico sull’utilizzo di esso, ma proibirlo non è la scelta giusta, perché impedisce a noi ragazzi di imparare ad essere responsabili".
"Riguardo il divieto sull’uso dei telefonini – sottolinea Cristiano Fulceri del Nautico – c’è il vantaggio nel ridurre le distrazioni durante le ore di lezione ma presenta alcuni svantaggi, come per esempio: i cellulari possono essere utilizzati per ricavare informazioni e accedere a risorse utili per l’apprendimento, possono essere utilizzati per comunicare con la famiglia o insegnanti in caso di emergenza, aiutano a sviluppare competenze digitali utili per il futuro. Dunque la scelta di vietare completamente il loro utilizzo non è quella adatta, si dovrebbe mirare a cercare un equilibrio tra l’utilizzo del cellulare per scopi educativi o emergenze e la limitazione delle distrazioni".
"Non sono d’accordo sulla legge introdotta dal ministro Valditara – dice Alessio Biannucci del Piaggia – perché ormai il telefono è parte integrante della nostra vita, ma in un luogo come la scuola il cellulare è sicuramente una fonte continua di distrazione durante le lezioni, quindi non utilizzarlo significa più concentrazione, maggior apprendimento, più socializzazione, più rispetto per i professori. Insomma è un’opportunità per staccarsi dallo schermo, dato che il cellulare è diventato il "prolungamento della mano"". "Questo divieto assoluto non è giusto – conclude Davide Mallegni del Piaggia – perché, dovrebbe essere ovvio per tutti, uno studente va a scuola per imparare e non per stare al telefono. Spero che i telefonini non vengano ‘sequestrati’ durante le ore di lezione, perché il cellulare è di proprietà dell’alunno che dovrebbe essere libero di decidere di tenerlo dove vuole e soprattutto la scuola dovrebbe fare affidamento sul buon senso degli studenti. Ma se c’è una circolare va rispettata e fatta rispettare e forse è questa la cosa più complicata, perché i professori non possono diventare anche controllori. Il vero problema non è il cellulare ma come esso viene utilizzato. Dovrebbero insegnarci ad utilizzarlo nel modo corretto".