"Legge sul patrimonio culturale: sfide e prospettive per il Politeama di Viareggio"

La proposta di legge per tutelare il Politeama di Viareggio e altri teatri toscani suscita dibattito. La mancanza di finanziamenti e la complessità della situazione richiedono un impegno congiunto tra governo e opposizione. Resta da vedere se il vincolo già esistente e un possibile compromesso politico potranno garantire la protezione del patrimonio culturale.

Tommaso

Strambi

Eh già. Che facciamo? "La prima cosa – ha subito evidenziato l’ex segretaria regionale del PD toscano Bonafé – è necessario inserire in questa legge risorse adeguate perché una nazione dalla vocazione artistica e culturale come la nostra non può certo limitarsi a celebrare con una sola targa le strutture denominate ‘patrimonio nazionale’. Con queste finalità cercheremo di modificare il testo al Senato". Il che è già un altro impegno concreto. Seppur non facile, né tantomeno scontato. Il testo della proposta di legge dove sono stati inseriti in teatri meritevoli di tale “tutela“ (tra cui appunto il Politeama di Viareggio più altri 68 in tutta la Toscana, per un totale di 408 nell’intera Penisola) non prevede alcun finanziamento. Anzi, l’articolo 2 di tale disegno di legge prevede la clausola di “invarianza finanziaria“, ovvero dispone che "non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e che le amministrazioni interessate vi provvedono nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente". Insomma tocca ai proprietari (nel caso specifico al Demanio) provvedere. Ora considerato che attualmente l’edificio è chiuso e lasciato a se stesso difficilmente c’è da sperare che il Demanio intervenga. Non foss’altro che non è l’unico suo bene ad essere ’’sprangato’’ e probabilmente non figura neanche tra le sue priorità. La partita quindi è assai complessa e richiede un gioco di squadra tra chi è al governo (FdI; Lega e FI) e l’opposizione (Pd, SI e M5S). Quasi un compromesso storico, tenuto conto che l’altro giorno il capogruppo della Lega, Alessandro Santini, richiamando la battaglia condotta dal consigliere regionale Massimiliano Baldini, ha sottolineato che sul "Politeama, grazie a noi, c’è già un vincolo". Ma la rinnovata intesa tra Salvini e Conte potrebbe essere il viatico per raggiungere l’obiettivo. Sempre che qualcuno al Senato non scopra che il Politeama ha meno dei cento anni richiesti tra i requisiti del riconoscimento. Infatti l’attuale struttura è stata costruita nel 1947 dopo che la precedente, realizzata in legno nel 1869, era andata distrutta nei bomardamenti. E di fatto è completamente diversa da quella originaria. Ma la politica è l’arte dell’impossibile. O no?