L’economia del territorio rallenta. Rilanciare la centralità del lavoro

L'imprenditore deve essere competente, rispettoso e coraggioso, ma anche il lavoratore deve essere un soggetto attivo nell'economia, non un oggetto. La massima occupazione e il soddisfacimento dei bisogni umani sono cruciali. La disoccupazione giovanile è una perdita di capitale umano ed economico. È necessario un impegno concreto per superare le crisi attuali e ridurre le disuguaglianze sociali.

Se l’imprenditore deve essere dotato di competenza, rispetto e coraggio il lavoratore deve essere – come sosteneva Giorgio La Pira, il sindaco Santo – un coordinatore, un corresponsabile, un soggetto e non un oggetto dell’economia. La Pira sosteneva e argomentava che sia lo Stato come i privati devono spendersi in progetti finalizzati alla massima occupazione ed al soddisfacimento dei bisogni essenziali dell’uomo. Creare occupazione oltre che giusto è anche conveniente economicamente: la disoccupazione giovanile è distruzione di capitale umano e di ricchezza. Il miracolo economico dell’Italia del dopoguerra fu dovuto ai governi della Repubblica ma anche ad imprenditori che si prendevano cura del lavoro dei propri dipendenti e delle comunità facendo funzionare l’ascensore sociale. Dalle crisi, più o meno gravi – sostengono gli economisti più avveduti – si esce con le virtù e l’impegno, non certo con la rassegnazione. Oggi però con la situazione geopolitica mondiale in turbolente movimento, con i flussi migratori in atto e non controllati da un piano di gestione intelligente, con inflazione e tasi alti, cresce la povertà per le disparità sociali e retributive e l’ascensore sociale, che ha mosso lo sviluppo nei tempi migliori, pare inesorabilmente fermo al piano terra.