GAIA PARRINI
Cronaca

La forza di chi investe: "L’online è un problema ma non bisogna mollare"

Alioscia Taccola è proprietario del negozio di abbigliamento Easy Shop dal 2013 "Ci sono difficoltà, ma continuiamo a portare avanti il lavoro con passione" .

Alioscia Taccola, proprietario del negozio di Easy Shop all’angolo tra via Garibaldi e via Ugo Foscolo

Alioscia Taccola, proprietario del negozio di Easy Shop all’angolo tra via Garibaldi e via Ugo Foscolo

Ha mosso i primi passi nell’ambiente più di trent’anni fa, iniziando come dipendente nei negozi di abbigliamento, e cominciando, così, a capire, a vivere e ad amare il suo lavoro. E, con lo stesso amore, impegno, sacrificio, e con la stessa passione con cui ci si approccia alle nuove esperienze,carichi di aspettative e speranze, Alioscia Taccola ha aperto, nel 2013, all’angolo che fa da intermezzo tra via Ugo Foscolo e via Garibaldi, là dove, una volta, era considerato il salotto buono del commercio viareggino, il suo negozio di abbigliamento, Easy Shop. Portando avanti, in tutti questi anni, tra difficoltà e pandemie , un commercio fatto, a dispetto dell’online, di persone e fiducia.

Com’è stato quando ha aperto il suo negozio?

"Ho avuto una grande fortuna. Quando ho iniziato era una follia, ma era quello che volevo fare. Ho iniziato 30 anni fa, prima come dipendente, e ho visto lo splendore del lavoro, quando l’abbigliamento andava “come una lippa”. Il mio negozio è nato nel 2006, nella profonda crisi, ma con prudenza. Forse è stata questa la mia forza: concentrare tutte le energie su un solo negozio, cercare di farlo funzionare, affrontando le spese e i momenti difficili e altalenanti. E alla fine sono stati 12 anni di crescita".

Quanto ha influito l’arrivo delle vendite online sul lavoro?

"La vendita online è un problema per tutti, anche se sei più penalizzato, secondo me, se vendi calzature. È un disastro anche per il mondo di abbigliamento, ma abbiamo cercato, nel nostro percorso, sebbene l’online farà male anche a noi, di intraprendere un’altra strada, che è quella di non mollare, credere nel proprio lavoro e trattare il negozio come una bottega, in cui la forza è il valore umano, l’amore e l’impegno di chi lavora".

È questo secondo lei il segreto di chi fa commercio?

"Non so se sia il segreto. Quello in cui ho creduto io era di portare le persone all’interno di una bottega, trattarle come si faceva vent’anni fa. Basare il lavoro sul potenziale umano delle persone. Per esempio, non sono mai stato in grado di portare tutto il lavoro online, perché ho fatto in modo di fidelizzare il cliente con il nostro valore, quello di poche persone. La cosa che mi preoccupa, su questo, è che non c’è un ricambio generazionale e la passione con cui io ho iniziato, adesso non la trovo più. Cerco di trasmettere poesia per questo lavoro, ma mi sembra non ci sia più interesse".

Alcuni problemi insiti nel lavoro e nella mancanza di personale deriva da questo?

"Anche dalla professionalità, perché mancando una parte di amore nel lavoro, alcuni giovani iniziano a farlo senza una storia, una motivazione, alle spalle, ma con improvvisazione".

Quali sono le sfide future che, secondo lei, dovrà affrontare chi lavora in questo ambiente?

"Quello che succede nel mondo, delle vendite online e di tante altre variabili che influiscono sugli incassi e sull’andamento dei negozi. Di questo, secondo me, risente e risentirà il lavoro".

Esiste un’ipotetica soluzione?

"Non so se esista. Io, per esempio, quando ho momenti in cui il lavoro non funziona, investo, cerco di organizzare feste, eventi, mostrare anche agli altri chi siamo e cosa facciamo: dalla collaborazione con il rione Darsena alle shopper per il mare, cerco di non mollare mai anche nei momenti in cui le cose funzionano meno. Non è detto che questo tipo di operazioni funzionino sempre, ma, cercando di essere corretto, bisogna cavalcare il cambiamento. E, per ora, facendolo, sono sempre qui, e mi piace".

Gaia Parrini