
Il leccio caduto a Villa Borbone
Viareggio, 29 febbraio 2024 – Il crollo del leccio secolare nel parco di Villa Borbone mette in crisi l’interrogativo filosofico di George Berkeley: anche se nessuno l’ha sentito cadere (è successo di notte) quell’albero ha fatto rumore. Perché ha sollevato, insieme ad una grande zolla di terra, anche una voce sulle condizioni di degrado della storica dimora Arciducale, per la quale la Sovrintendenza di Lucca – a seguito di un sopralluogo svolto con i carabinieri del nucleo di tutela del patrimonio culturale – già lo scorso dicembre ha inviato una lettera all’ufficio cultura del Comune. Sottolineando le criticità riscontrate sull’immobile, così come nel parco circostante, e chiedendo all’Ente di provvedere "alle necessarie verifiche tecniche e ai conseguenti interventi di ripristino ed eventualmente di restauro".
Il sopralluogo è nato da una segnalazione inviata lo scorso settembre agli uffici della Sovrintendenza da Giorgio Bargellini , uomo di fiducia dell’ingegner Benvenuto Barsanti che nel 1985 donò la residenza “al Popolo di Viareggio“ con lo scopo di farne una dimora della cultura. Fu lo stesso Bargellini, nel 2022, a sollevare “il caso Isyl“, Fondazione che organizza corsi di alta formazione per la nautica ospitati dal Comune in una porzione della Villa "ma senza il parare vincolante del Comitato permanente" accusò. Scatenando una polemica infinita, in cui intervenne anche il Ministero della Cultura inviando i propri tecnici. Pur da lontano, dagli Stati Uniti, dove si è trasferito ormai da tempo, Bargellini ha continuato a seguire le vicende di Villa Borbone. E il declino della Versailles viareggina , che “ha visto tanti pianti e poche gioie” .
Lo scorso 28 novembre i funzionari delle Belle Arti hanno effettuato dunque il sopralluogo con i carabinieri, "al fine di verificare lo stato dei luoghi ed accertare eventuali violazioni del codice dei beni culturali e del paesaggio". Dalla visita "si è appurato che le condizioni conservative della Villa – scrive all’ufficio cultura del Comune la Soprintendente Angela Acordon , nella lettera protocollata il 20 dicembre – presentano delle criticità, afferenti soprattutto gli esterni, in particolare recinzioni, mausoleo dei Borbone e infissi lignei al piano terra e persiane ai piani superiori. Per tali elementi si è riscontrato un livello di degrado tale da sollecitare interventi di restauro a carattere d’urgenza. In aggiunta – sottolineava sempre a dicembre la Soprintendente – è doveroso segnalare che il corredo aroboreo della Villa appare bisognoso di un censimento e di una relativa indagine, finalizzata a documentare che le condizioni statiche e fitosanitarie, richiamando specifica attenzione sull’albero monumentale ivi presente, gravemente inclinato e, dunque, bisognoso di presidi che ne assicurini la stabilità ai fini conservativi". L’albero in questione, da tempo, è stato transennato. Ma nessun intervento è stato disposto, e così a causa delle forti piogge delle ultime ore, alla fine, il leccio secolare è stramazzato.
E il tonfo ha già fatto l’eco: "Nonostante le nostre ripetute segnalazioni, l’assessore alla cultura Sandra Mei non si è mai adoperata per un intervento significativo alla Villa Borbone, almeno per le parti esterne pericolanti" affermano Vittorio Fantozzi , consigliere regionale, e Marco Dondolini , consigliere comunale di Fratelli d’Italia. "Nemmeno la lettere dallo scorso dicembre inoltrata dalla Soprintendenza ha smosso una reazione. Ed è un peccato. Oltre al valore intrinseco dell’edificio storico – proseguono i rappresentanti di Fd’I – si tratta di una casa comunale che è quindi idonea alla celebrazione di matrimoni e a tante altre iniziative pubbliche. E – concludono Fantozzi e Dondolini – non è giusto mantenerla in queste condizioni di degrado".