
"L’arte va lasciata sempre libera" Così Linus incontra Burlamacco
di Tommaso Strambi
Eclettica, curiosa, capace di mixare generi diversi in una continua sperimentazione culturale. Da sempre. E non poteva essere diversamente per una ragazza che, a 18 anni, era già assessore alla cultura del suo paese in provincia di Ferrara (Ro, dal 2019 Riva del Po). Anche perché in casa la cultura scorreva più del latte tra libri, pittura, musica e cinema. Benché i genitori, Giuseppe e Rina, fossero farmacisti l’imprinting era quello. Poi sì c’è anche il fratello (Vittorio): "ma non abbiamo alcuna relazione", scherza lei.
Lei è Elisabetta Sgarbi - alla testa della Nave di Teseo, ma anche di Baldini+Castoldi e della Betty Wrong –, che questa mattina alla Galleria di arte moderna e contemporanea inaugurerà la mostra Linus – Tutti i 690 numeri dal 1965 al 2022.
Linus e il Carnevale di Viareggio. Un binomio che affascina. E diverte. Com’è nata questa collaborazione?
"È nata dalla effervescenza creata dall’incontro tra me e Maria Lina Marcucci, presidente della Fondazione Carnevale. Ed è un binomio felice: Linus e il Carnevale di Viareggio condividono una idea di sovversione gentile della realtà e del potere, con strumenti umili ma implacabili: la cartapesta e il fumetto".
Era già stata al Carnevale di Viareggio? E Cosa la colpisce di più?
"Da piccola, una volta. Ma ne avevo un ricordo vago. Ma mi è sempre piaciuto questo legame con la realtà, ironico, sovversivo. Il legame non tanto con la maschera, che ovviamente c’è, ma con la interpretazione della realtà".
È rimasta contagiata dalla ‘travolgente frenesia’?
"Lo sarò. Ancora l’ho vissuto nella mia immaginazione, nel lavoro di preparazione delle due canzoni di Extraliscio per il Carnevale, del catalogo della grande mostra “Che la festa cominci”, pubblicato da La nave di Teseo, nel numero speciale dì Linus e nella mostra. Tra pochi giorni sarò invece immersa nella grande festa".
Perché una mostra su Linus?
"Perché dal 1965 Linus ha ospitato i più grandi fumettisti del pianeta, non solo italiano, compreso ovviamente Charles Schulz, creatore dei Peanuts. La mostra di Linus, facendo vedere tutti i numeri, 690, racconta la storia del nostro immaginario, da un punto di vista nuovo, appunto il fumetto".
Ma anche un numero Extra Linus…..
"Abbiamo mascherato Linus, ma abbiamo rivelato anche le connessioni segrete di Linus e il Carnevale".
Addirittura c’è un bel dialogo tra il premio Nobel per la Fisica, Giorgio Parisi, e il giornalista Bruno Vespa, grande collezionista della rivista….
"L’estate scorsa ricevo una mail da Bruno Vespa, che mi chiede due numeri arretrati di Linus che aveva perduto, a causa della scomparsa di suo fratello. È un messaggio che mi ha molto colpito, sono molto sensibile a questo tema. Poi, una sera, a Porta a Porta, aveva ospitato Giorgio Parisi, in occasione della pubblicazione di un libro con la Nave di Teseo, “Gradini che non finiscono mai. Vita quotidiana di un Premio Nobel ‘’e condividono qualche considerazione su Linus. Allora mi viene in mente di farli dialogare per e su Linus. A testimonianza di quanto questa rivista sia penetrata nella cultura italiana".
Qualche anno fa un ministro disse che con la cultura non si mangia. A Viareggio per il Carnevale c’è una mostra d’arte con le opere che raccontano la festa, da domani si apre la mostra con tutte le copertine di Linus, ci sarà il concerto degli Extraliscio, c’è il documentario della Betty Wrong…. Insomma se si sa osare con la cultura si possono costruire eventi di grande richiamo…..
"In realtà bisogna prestare fede al Ministro Tremonti che dice di non averla detta. Ovviamente è una frase che per me non vale. Io vivo di cultura e con me un bel gruppo di persone".
E capaci di unire l’arte dei grandi pittori, i fumetti, la musica popolare e l’arte dei maestri carristi?
"Ho vissuto l’arte come un campo senza confini, o dai confini molto fragili. I confini e le etichette servono per orientarsi, ma dopo un po’ disorientano. La vita e l’arte rimescolano tutto, perché seguono il desiderio non le regole. Così con la Milanesiana ho sempre cercato di seguire questa strada".
Insomma se si osa…. Si fa cultura e si fa dell’industria culturale un volano di rilancio per i territori….
"Sì certo, purché non diventi un obiettivo troppo vincolante. L’arte va lasciata libera. Se lo è, poi, in modo involontario, diventa utile a tutti noi".